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Il Tour de France ricorda Fabio Casartelli. La cerimonia sul Col du Portet. LE FOTO

Sergio e Rosa Casartelli ospiti del Tour nel ricordo del figlio Fabio, in occasione dell’arrivo della tappa del Giro di Francia sul Col du Portet, il luogo in cui il corridore di Albese perse la vita il 18 luglio 1995, nella frazione che portava da Saint-Girons a Cauterets.Nella zona in cui avvenne l’incidente, dove si trova il monumento dedicato al figlio, Sergio e Rosa Casartelli hanno deposto dei fiori con il direttore generale della corsa Christian Prudhomme e hanno incontrato l’ex ciclista transalpino Raymond Poulidor e il giovane Fabio Jakobsen, neoprofessionista olandese, come documentato dalle immagini diffuse dalla Fondazione dedicata al ciclista comasco. I genitori di Jakobsen lo chiamarono Fabio proprio nel ricordo dello sfortunato ciclista di Albese con Cassano.Pochi giorni fa, dunque, il 23° anniversario dalla scomparsa del corridore comasco. Tra una settimana, invece, sarà ricordato il giorno più bello della sua carriera sportiva, la vittoria alle Olimpiadi di Barcellona, il 2 agosto 1992.Fabio Casartelli conquistò l’oro sul traguardo di Sant Sadurnì d’Anoia, sobborgo della capitale catalana.Gli italiani, quel giorno, erano i grandi favoriti: oltre a Fabio, la Nazionale azzurra schierava infatti Mirco Gualdi, campione del mondo nel ’90, e Davide Rebellin, viceiridato nel ’91. Fabio era meno conosciuto e per questo meno temuto e osservato. Era stato preferito al toscano Michele Bartoli e la scelta aveva suscitato non poche polemiche, all’epoca.La corsa si svolse come nei piani tattici dello stratega azzurro Giosuè Zenoni. Gualdi attaccò da lontano mettendo così in difficoltà le squadre avversarie e permettendo, in questo modo, a Casartelli e Rebellin di restare tranquilli nella pancia del gruppo.Fabio ebbe il merito di cogliere il momento giusto per la fuga decisiva con l’olandese Erik Dekker e il lettone Dainis Ozols, per poi superarli in una appassionante e indimenticabile volata, con tutti e tre felici ad esultare, indipendentemente dal piazzamento. E per chi ha voluto bene a Fabio e ha apprezzato lo sfortunato ciclista comasco, è bello ricordarlo così.

Redazione

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