Ieri gli ultimi interrogatori. L’ispettore superiore chiede i “domiciliari”Ha scelto una strada opposta a quella del comandante Patrizio Compostella. Il “vice” Gian Piero Pisani, ieri mattina, ha optato per non rispondere alle domande del giudice delle indagini preliminari Maria Luisa Lo Gatto, salito al Bassone per interrogarlo.
L’ispettore superiore Pisani è l’unico finito in cella nell’indagine della procura di Como che ha sconvolto la Polizia stradale lariana. Le accuse per lui parlano di abuso d’ufficio, falso, peculato e calunnia. L’indagato, assistito dagli avvocati Salvatore La Fata e Lucia Guastella, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma, nonostante la scelta del silenzio, ha presentato istanza per chiedere i “domiciliari” come gli altri colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare.
Pisani avrebbe dovuto rispondere del presunto giro di multe cancellate e di favori ai colleghi.Non parlano nemmeno i suoi legali che, contattati telefonicamente, hanno replicato che «non rilasciano alcuna dichiarazione o intervista».La strategia del vicecomandante Pisani, come detto, è ben diversa da quella del comandante che il giorno prima aveva invece replicato ad ogni accusa dichiarandosi estraneo ai fatti e preannunciando testimoni e documenti in grado di ribaltare le contestazioni.Hanno risposto al gip anche le altre persone indagate, sentite sempre ieri dal giudice e per cui il pm aveva chiesto la sospensione dal servizio (il gip si è riservato di decidere). Di particolare interesse la posizione dell’agente di Polizia Locale, Davide Gaspa, indagato per abuso d’ufficio, poiché – secondo le accuse della Procura – avrebbe concorso all’annullamento di una serie di multe elevate dai vigili in via Italia Libera ai danni di agenti della Polstrada.Gaspa – difeso dall’avvocato Elisabetta Di Matteo – ha risposto a tutte le domande illustrando, a suo dire, la legittimità della procedura da lui seguita. Momentaneamente non è più responsabile dell’ufficio verbali, ma è stato spostato con un ordine di servizio alla segreteria del Comando. «La decisione – precisa Antonio Fazio, comandante pro tempore della Polizia Locale di Como – è stata presa in accordo con lo stesso Gaspa. In attesa degli sviluppi della vicenda è parso opportuno questo passo, in una logica di massima trasparenza».Anche il medico della Questura di Como – accusato di calunnia nei confronti di un automobilista vittima di un incidente in cui era stato coinvolto anche il figlio dell’agente – ha risposto alle domande del giudice assistito dal legale Giuseppe Sassi. Avrebbe nella circostanza sostenuto di non aver assolutamente calunniato l’automobilista, nell’ambito di un incidente che la procura ritiene “aggiustato” proprio per favorire il figlio del medico.
Mauro Peverelli
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