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Il viceministro agli industriali: «Puntate sull’America. Così compenserete il rallentamento della Russia»

E Verga chiede subito un cambio di rotta sul vincolo del rapporto del 3% tra debito e PilLa nuova frontiera dell’export per le aziende comasche è a stelle e strisce. Un futuro tracciato ieri dal viceministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda, che ha partecipato alla riunione della giunta di presidenza di Unindustria Como.

L’esponente del governo ha incontrato gli imprenditori per fare il punto soprattutto sulle strategie per l’internazionalizzazione. Sul tavolo anche la preoccupazione per la delicata situazione politica della Russia e il rischio di una riduzione dell’export.Il viceministro è arrivato in mattinata nella sede di Unindustria.

«Nell’ambito del cosiddetto Sblocca Italia – ha spiegato Calenda – abbiamo messo a punto un piano straordinario di sostegno al made in Italy. Ci sono importanti risorse a disposizione che devono essere spese bene in particolare sull’internazionalizzazione. Per il tessile ci sono attività consistenti».Attenzione puntata in particolare sugli Stati Uniti. «Abbiamo messo a punto un piano straordinario sugli Usa – ha detto il viceministro allo Sviluppo – È un mercato nel quale l’Italia ha in assoluto il più alto potenziale di sviluppo. Parliamo entro il 2016 di incrementare le esportazioni di circa 10 miliardi di euro rispetto a un dato attuale di circa 30 miliardi di euro. C’è un accordo sul libero scambio che avrà un impatto importante proprio sul tessile, favorendo in modo significativo gli scambi».«Quando parliamo di Stati Uniti – ha aggiunto Calenda – facciamo riferimento a tutti gli Stati, anche a quelli attualmente ben poco considerati dalle nostre aziende e dai nostri mercati e che offrono invece ampie possibilità di sviluppo».Gli imprenditori comaschi hanno chiesto risposte anche sulle preoccupazioni legate alla difficile situazione politica della Russia. «Il quadro è molto complesso e siamo vicini a un momento di svolta che potrebbe essere positivo, anche se questo non è certo né scontato – ha detto Calenda – Attualmente, l’embargo riguarda solo una minima parte dei prodotti esportati dall’Italia. Il vero problema è che la Russia si sta avvitando su una depressione della crescita. È un problema per il quale possiamo fare poco e che avrà ripercussioni sulle esportazioni».«Per quanto riguarda la Russia possiamo solo avere una condotta prudente – ha aggiunto l’esponente del governo – Al contempo dobbiamo cercare altri mercati, nuovi sbocchi per i nostri prodotti qualora dovesse ridursi il canale russo. Il salto principale può essere proprio verso gli Usa. Dobbiamo chiedere all’Europa un atteggiamento ragionevole, ma la Russia in realtà deve salvarsi prima di tutto da se stessa. Se si isola, rischia una decrescita importante dei consumi che già si vede da alcuni indicatori».Il presidente di Unindustria Como, Francesco Verga, ha confermato i primi segnali di allerta sul fronte del mercato russo. «L’embargo al momento non ha avuto ripercussioni significative per quanto riguarda Como perché riguarda solo i prodotti alimentari – ha detto Verga – Siamo nell’ordine dell’1%. Effettivamente però vediamo che, sul tessile e sull’arredamento, i russi stanno iniziando a comprare meno. I nostri imprenditori si rivolgono quasi esclusivamente alla fascia alta e questa, per fortuna, tiene e soffre molto meno. I problemi si hanno soprattutto sulla fascia intermedia. Al governo – ha aggiunto Verga – chiediamo soprattutto un cambio di rotta sul vincolo del rapporto del 3% tra debito e Pil, previsto dalla legge di stabilità. Altri Paesi, Usa in primis, che hanno come riferimento un rapporto maggiore stanno crescendo in maniera significativa».

Anna Campaniello

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