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Imposte comunali, scoppia la rivoluzione:«Multato per una scritta sul distributore di sigarette»

Stangato da Ica Srl anche il presidente di Confesercenti

Sarebbero decine, forse addirittura centinaia, le multe inviate dalla società privata Ica Srl ai commercianti della città. Sembra dunque gonfiarsi a dismisura il caso scoppiato ieri con le denuncie di alcuni esercenti colpiti in prima persona da sanzioni di vario tipo e stigmatizzato con parole durissime da Confcommercio.Tutto parte dall’affidamento da parte del Comune, tramite gara pubblica, alla società Ica Srl della riscossione delle eventuali sanzioni in tema imposte sulla

pubblicità, diritti sulle pubbliche affissioni e canoni di occupazione del suolo pubblico. Due giorni fa aveva suscitato grande scalpore il caso del bar di piazza San Fedele che si è visto recapitare una multa da 105 euro per aver esposto (sul suolo pubblico per cui i titolari versano 6mila euro all’anno) il menu recante il nome del locale. Ieri la casistica si è arricchite di altre “perle”, in un clima di sbigottimento e rabbia.Esemplare il caso del tabaccaio di Como Borghi, Luigi Bernasconi, sanzionato con due multe – una da 160 euro per il 2012, una da 67 per il 2013 – perché sul distributore automatico di sigarette era presente la scritta “Tabacchi 24 H”. «Considerare quella scritta, che peraltro era sulla macchina sin dall’origine e non ho messo io, come pubblicità e non come mera forma di comunicazione – dice Bernasconi – appare pretestuoso e assurdo. In più, davanti alle mie rimostranze, tutto quello che i funzionari di Como hanno saputo mostrarmi è stata qualche fotografia scattata chissà quando al distributore, nient’altro. E, al massimo, mi hanno consigliato di fare ricorso alla Commissione Tributaria, sapendo benissimo che mi costerebbe più che pagare la multa». Il tabaccaio se la prende anche con il Comune. «L’amministrazione che ha affidato all’esterno questo servizio non è certo esente da responsabilità – afferma Bernasconi – Palazzo Cernezzi dovrebbe essere al servizio del cittadino, non lavarsene le mani»».Dal tabaccaio alla farmacista. «Ci contestano il mancato pagamento della pubblicità esposta in vetrina tramite cartelli – dice Monica Orsenigo – Effettivamente non ci è mai stata richiesta una tassa per la pubblicità e, se secondo la normativa dobbiamo pagare d’accordo, pagheremo. Non credo però sia giusto che ci debbano anche sanzionare, questo no».Il famigerato verbale è arrivato anche al presidente di Confesercenti Como Claudio Casartelli, titolare di un’agenzia immobiliare. «Mi contestano il mancato pagamento per l’insegna sulla mia attività – dice Casartelli – Un’insegna che non è inerente alla mia ragione sociale ma fa riferimento alla società in franchising alla quale sono legato da un contratto. Secondo la normativa, questo tipo di insegna sarebbe esente perché collegata all’attività svolta ma chiedono comunque di pagare, non solo il tributo dovuto ma anche la sanzione».Secondo le prime informazioni raccolte, anche semplicemente parlando con i portalettere, sembra che le cartelle inviate da Ica possano essere centinaia. «Il rischio è di ricevere tre cartelle – spiega Casartelli – perché la società di riscossione sta chiedendo il tributo per il 2013 ma anche per il 2011 e 2012. Vogliamo capire innanzitutto se si tratti di un’iniziativa di Ica o dell’amministrazione comunale, vogliamo andare a fondo per chiarire la situazione».Tra i commercianti multati, molti sembrano decisi a fare ricorso per contestare le sanzioni, mentre altri appaiono già rassegnati. Le associazioni di categoria però sono pronte a dare battaglia ed è già circolata anche l’ipotesi di un’azione comune per chiedere l’annullamento delle multe o almeno la valutazione dei casi oggettivamente assurdi e paradossali. Stando ad indiscrezioni al momento non confermate, un esercente sarebbe stato multato addirittura per la pubblicità stampata sui posacenere sistemati sui tavolini del bar.

Emanuele Caso

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