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In calo gli ordini e la produzione. Molti clienti insolventi, banche esose

«Scenario non rassicurante, situazione in netto deterioramento»Le uniche notizie buone sono che l’occupazione è stabile e che i prezzi delle materie prime hanno smesso di correre. Per il resto, va tutto male. Secondo molti industriali comaschi, infatti, nello scorso ottobre sono ulteriormente diminuiti gli ordini e la produzione, si è accorciato ancora di più l’orizzonte temporale delle commesse già in portafoglio, sono aumentati i casi di insolvenza tra i clienti e le banche sono diventate ancora più care. Insomma, «lo scenario non è rassicurante»

, spiega Confindustria Como. Che parla di una situazione «in netto deterioramento». E tra gli stessi imprenditori aumenta il pessimismo.È un bilancio a tinte fosche quello tracciato dagli industriali lariani attraverso l’indagine rapida svolta da Confindustria, in concomitanza con l’omologa associazione lecchese, e relativa allo scorso ottobre. Agli imprenditori dei due rami del lago sono state sottoposte una serie di domande per capire l’andamento della crisi. Le risposte, come detto, sono state tutt’altro che incoraggianti.Per quanto riguarda la provincia di Como – ma anche per Lecco la situazione è analoga – un industriale su tre (il 34,8% degli interpellati) ha segnalato che a ottobre l’attività produttiva è calata rispetto al precedente mese di settembre, mentre solo il 21,7% dei questionari indica livelli produttivi in crescita. Per il 44,2% degli imprenditori, inoltre, sono diminuiti pure gli ordini, giudicati invece stabili nel 37,2% dei casi e in aumento nel restante 18,6%.A risentire della crisi è stata soprattutto la domanda interna, in flessione per la metà degli industriali (48,8%) e in crescita solo per il 7% degli interpellati. «Come avviene ormai da diversi mesi – si legge nel rapporto inviato da Confindustria – gli ordini provenienti dall’estero rilevano una performance migliore, con una crescita per il 26% degli intervistati e stabilità nel 48% dei casi. Non si ravvisano, invece, segnali di ripresa per la domanda interna, che continua a calare».Nel complesso, l’utilizzo medio degli impianti produttivi si è collocato, a ottobre, a quota 67%.«Permangono criticità rilevanti sull’orizzonte temporale di visibilità della domanda – sottolinea inoltre il comunicato di Confindustria – Infatti, il 60% del campione rivela di avere visibilità per poche settimane». La grande maggioranza delle industrie, insomma, ha attualmente in portafoglio ordini che coprono meno di un mese di produzione. Soltanto un’azienda su tre (33,3%) può contare su ordinativi sufficienti a coprire «qualche mese» di produzione. E superano il trimestre, come orizzonte temporale, solo il 7% degli imprenditori interpellati.«La solvibilità dei clienti delle aziende aderenti all’indagine mostra segnali molto preoccupanti – aggiunge Confindustria – L’80% degli intervistati ha riscontrato casi d’insolvenza o allungamento dei tempi di pagamento».Sono diventati più difficili anche i rapporti con le banche. «Il 52% degli intervistati dichiara un peggioramento – spiega Confindustria – il 49% una situazione di stabilità (ma su livelli di spread e di commissioni comunque molto elevati) e solo nel 2% dei casi si riscontra un miglioramento delle condizioni» praticate dal sistema creditizio.Tra gli imprenditori comaschi cresce anche il pessimismo. «Esprimono fiducia e intravedono uno scenario di crescita solo 7 imprese su 100; il 42% degli interpellati ha invece comunicato previsioni negative». Per il 51% degli intervistati le prospettive restano invariate.Secondo Confindustria, nel complesso «gli indicatori monitorati indicano uno scenario non rassicurante, specialmente per quanto concerne l’andamento degli insoluti, i ritardi nei pagamenti, l’innalzamento di spread e commissioni applicati sulle linee di credito». E i dati relativi alla dinamica degli ordini e all’attività produttiva «sono in netto deterioramento rispetto alle ultime rilevazioni».Buone notizie, invece, sul fronte delle materie prime. «Dopo mesi di rincari a doppia cifra, la situazione sembra essersi stabilizzata – si legge nel rapporto dell’associazione di via Raimondi – Nel 62% dei casi non sono stati rilevati incrementi». Positive anche le indicazioni sull’andamento dell’occupazione nelle industrie comasche, che nel 70% dei casi segnala «un sostanziale mantenimento» dei livelli attuali.

Marcello Dubini

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