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In Centrolago si prepara un’altra grande “fusione”

Menaggio, Grandola, Bene Lario e Carlazzo pronte a diventare un unico ComuneDopo San Siro e Gravedona, la sponda occidentale del Lago di Como prepara (senza troppo clamore) un’altra fusione di Comuni. Nel giro di qualche mese, potrebbe nascere la grande Menaggio. Un comune con oltre 8mila abitanti nel quale dovrebbero confluire gli abitati di Bene Lario, Grandola, Carlazzo e, ovviamente, Menaggio.I sindaci dei quattro paesi centrolariani si sono visti spesso, negli ultimi mesi, per parlare di questa ipotesi di riordino amministrativo. Di recente, gli stessi

sindaci hanno discusso dell’argomento anche con il senatore Alessio Butti, coordinatore provinciale del Pdl invitato a una cena informale a casa del primo cittadino di Bene Lario. Il progetto di massima è stato inviato anche al Pirellone (la fusione dev’essere approvata con legge regionale).L’idea è accarezzata da tempo, anche e soprattutto per ragioni economico-finanziarie. I piccoli e piccolissimi Comuni sono stati strozzati da manovre durissime, i loro bilanci fanno fatica a reggere. La fusione è una prospettiva di “rinascita” che prevede, certo, la rinuncia al campanile ma permette anche di mantenere intatti, almeno in prospettiva, i servizi ai cittadini.Il primo passo del futuro paese della Val Sanagra (nel quale potrebbe confluire anche Plesio, sinora rimasto però in disparte, avendo il sindaco, Fabio Conti, optato per il ruolo di “osservatore”) è la gestione associata dei servizi di polizia locale e di viabilità, trasporti e illuminazione pubblica che sarà siglata entro la fine del 2011 dai quattro Comuni (e da altri tre: Corrido, Cusino e San Siro).«Ci dobbiamo dare una mano a vicenda – afferma il sindaco di Grandola ed Uniti, Giancarlo Zanfanti – Ci obbligano a farlo le nuove normative e le conseguenze della crisi». La gestione associata, conferma Zanfanti, «è però il punto di partenza di un processo che, a mio avviso, dovrà concludersi con la fusione. Ne abbiamo parlato, abbiamo fatto molti incontri, sebbene non ufficiali. Credo che la sperimentazione avviata con la gestione associata servirà a capire se i cittadini approvano o meno il nostro progetto».Il sindaco di Grandola immagina un referendum consultivo per dare l’ok alla fusione. «Un referendum – dice – che avrebbe senso soltanto nel momento in cui i cittadini avessero toccato con mano i vantaggi della fusione. Per questo – aggiunge Zanfanti – il 2012 dovrà essere utilizzato per sperimentare, costruire, aggiustare ciò che serve».L’ottimismo del sindaco di Grandola ed Uniti è mitigato dalla cautela del collega di Bene Lario, Mario Abele Fumagalli. «La parola fusione è prematura – dice – anche se non nascondo che ne abbiamo effettivamente parlato».La fusione – e non la semplice unione – è quindi il progetto al quale lavorano gli amministratori dei paesi centrolariani. Ma senza spingere sull’acceleratore, anche per rassicurare gli scettici e chi non ha mai smesso di amare il proprio orticello prima di ogni altra cosa.«Il futuro, probabilmente, sarà la fusione – dice ancora Fumagalli – ma per il momento abbiamo affrontato il tema delle aggregazioni di funzioni. Si tratta di un primo passo, assolutamente necessario. Non è semplice nè facile convincere la gente a “perdere” il proprio paese».Il punto è che la fusione dei Comuni, anche sulla scorta della manovra del governo tecnico, sta diventando una necessità più che un’opzione.«L’interesse a una simile prospettiva – afferma ancora il sindaco di Bene Lario – non è soltanto dei Comuni più piccoli, qual è il mio, ma anche dei più grandi. I tagli ai bilanci degli enti locali hanno colpito tutti, indistintamente. Tutti devono fare i conti con bilanci sempre più poveri e risicati».

Dario Campione

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