La lista d’attesa si fa sempre più ampia, fino a 50 personeNon soltanto è costantemente pieno, ma ha anche una lista d’attesa oscillante, a seconda del periodo, tra le 30 e le 50 unità.Il dormitorio di via Napoleona tira le somme del primo anno di apertura e dal rapporto sulle attività emerge innanzitutto un dato: nel capoluogo lariano decine di persone vivono in una situazione di grave disagio e non hanno un tetto sulla testa.Tra gli indigenti che bussano alla porta della struttura di accoglienza, 1 su 4 è italiano mentre 1 su 2 ha perso
il lavoro nell’ultimo anno. Dal primo novembre del 2010, Como ha un dormitorio aperto tutto l’anno. Nei primi 365 giorni di attività la struttura – 15 camere per un totale di 50 posti, 9 dei quali riservati alle donne – ha accolto complessivamente 241 ospiti, 54 italiani e i restanti stranieri, in particolare tunisini, romeni e marocchini. La metà di loro, terminato il periodo massimo di permanenza, 30 giorni consecutivi, si è rimessa in lista d’attesa perché non aveva un altro posto in cui andare.«Eravamo convinti che Como avesse bisogno di una struttura di accoglienza aperta tutto l’anno e i numeri ci danno ragione – ha detto ieri in una conferenza stampa Ezia Molinari, vicesindaco e assessore ai Servizi sociali di Palazzo Cernezzi – Credo che il rapporto sul primo anno fornisca una serie di indicazioni su cui riflettere». Il dormitorio è gestito dalla Caritas con l’apporto di un’ottantina di volontari che si alternano nella struttura. Gli ospiti sono accolti gratuitamente. «La crisi ha indubbiamente colpito anche il nostro territorio – ha sottolineato Franca Gualdoni, dirigente del settore servizi sociali – I dati delle attività del dormitorio sono preoccupanti e significativi di una situazione di grande emergenza. Tra le richieste c’è un forte aumento degli italiani. Oltre a offrire un letto alle persone ci sforziamo di pensare anche al recupero, a restituire loro dignità. L’apporto del volontariato è fondamentale e speriamo possa crescere ancora».«Accogliamo uomini e donne dai 18 ai 70 anni, italiani o stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno – ha detto Giovanni Corbella, operatore Caritas e responsabile del dormitorio – Fin dall’apertura abbiamo sempre avuto tutti i letti occupati, oltre a una lista d’attesa che non è masi scesa sotto le 30 unità e ha toccato picchi di 50». La classe di età più rappresentata è quella che va dai 36 ai 45 anni e quasi un ospite su due è celibe o nubile. Se la stragrande maggioranza delle persone accolte è disoccupata, nell’elenco compaiono anche 11 persone con un impiego fisso e 5 con un lavoro in nero. «La richiesta degli italiani è in aumento e tra le donne accolte ben 18 su 47 sono nate nel nostro Paese – ha aggiunto Paola della Casa, collaboratrice Caritas e curatrice del rapporto – Anche sul fronte degli stranieri, poi, sempre più spesso si tratta di persone residenti da molti anni sul territorio, che si erano integrate ma ora hanno perso il lavoro e, non avendo una rete familiare sulla quale contare, si trovano in emergenza. La metà circa delle persone accolte in via Napoleona dichiara di aver perso il lavoro nell’ultimo anno. In altri casi, invece, gli ospiti hanno alle spalle una situazione di grave solitudine ed emarginazione. Almeno per quanto riguarda Como, tuttavia, non abbiamo sperimentato il problema dei padri separati che, secondo recenti statistiche nazionali, si trovano in situazione di povertà proprio in seguito al divorzio e alla necessità di mantenere i figli e la ex consorte».La struttura di via Napoleona è aperta soltanto dalle 20 alle 8 del mattino. «Per molti dei nostri ospiti la giornata è scandita dalla ricerca di un lavoro – conclude Paola della Casa – La Caritas, comunque, offre anche altri servizi quali Porta Aperta e il Centro diurno. Facciamo il possibile per prevenire la deriva della strada».
Anna Campaniello
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