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In Duomo la vita e le opere di Giovannina Franchi

Fondatrice della Congregazione delle Suore Infermiere dell’AddolorataUltima settimana di visite per la mostra dedicata alla futura beataIl 23 febbraio 1872, madre Giuseppina Pozzi, destinata in seguito a guidare l’opera delle Suore Infermiere dell’Addolorata, cui fanno capo, oltre all’ospedale cittadino Valduce, altre istituzioni di cura e assistenza in Italia e all’estero, scriveva a una consorella: “? oggi 23 febbraio cadde un seme ch’era il sostegno di tutte noi e di tutti i poveri della Città? che faceva germogliare tutta quanta la terra colle sue buone opere.”Moriva infatti quel giorno a 65 anni, affetta da vaiolo nero, madre Giovannina Franchi, fondatrice della Congregazione, dopo una vita caratterizzata da una “carità aperta a tutti” che veniva incontro ai problemi di povertà e alle frequenti situazioni di epidemia che caratterizzavano Como nel XIX secolo.

Cento anni più tardi, all’Ospedale Valduce, la neonata Pasqualina Principe, venuta alla luce il 6 settembre 1981 in condizioni estreme, attestata come morta poche ore dopo, riprendeva vita e buona salute in modo inspiegabile per i medici, mentre le suore dell’ospedale invocavano incessantemente la fondatrice.Oggi Pasqualina è mamma felice ed è attesa a Como sabato 20 settembre per il rito di beatificazione di madre Giovannina Franchi. In attesa della celebrazione, la vita e le opere di madre Giovannina sono narrate in un ciclo di disegni esposti nel duomo di Como, opera di suor Beniamina Bonesso, religiosa dell’Ordine animata dalla passione per l’arte.Sulle orme degli artefici dei cicli pittorici che impreziosiscono molte chiese del Lario, la religiosa ha realizzato una serie di figurazioni in bianco e nero, in penna biro, per rappresentare gli episodi più significativi della vita della Beata. Spiega suor Beniamina: «Oggi la gente legge un po’ meno, mentre le immagini possono colpire subito, portando poi a riflettere».I fatti le hanno dato ragione. Gianmaria Quagelli, coordinatore dei volontari attivi nella cattedrale, ipotizza che la mostra, inaugurata il 14 giugno e visitabile fino al 12 settembre (poi sarà trasferita nel corridoio di accesso del Valduce), sia stata vista da almeno 13mila persone. Sui registri messi a disposizione figurano moltissime firme dai Cinque Continenti.I primi disegni, dedicati all’aspetto prettamente storico, rivelano già il tratto grafico sicuro e la fine articolazione dei chiaroscuri, a cominciare dalla veduta di Como nell’età napoleonica, periodo in cui, nel 1807, nacque Giovannina Franchi.Le raffigurazioni a volte sono ispirate a motivi dei grandi maestri, mentre altrove sono nate del tutto autonomamente: è il caso della tavola che compendia le opere di bene intraprese, a cominciare dall’accudimento dei malati in casa, lavando, spazzando, portando cibo, biancheria, legna, medicamenti, persino un buon caffè o qualche sigaro. E basta poco a Giovannina e alle compagne per essere liete: quando, nel dicembre 1861, viene accolta nella comunità Giuseppa Foresti, “la nuova sorella stette presso la Superiora a pranzo, e vi fu una focaccia che si mangiò in Santa allegrezza.”La vita intera di Giovannina Franchi si è svolta all’ombra delle mura di Como. Conclude a proposito suor Beniamina: «Ci sono 220 passi fra la dimora della famiglia nobiliare di madre Giovannina Franchi, nell’attuale via Cinque Giornate, e la casa di accoglienza fondata nella contrada povera della Cortesella, ma il passo da lei fatto è stato molto grande. Era una donna di ormai 46 anni, malferma di salute, ma questo non le ha impedito di guardarsi intorno, vedere ciò che nella città era così necessario, e far nascere la sua opera».Prima della solenne celebrazione del 20 settembre è prevista una serie di appuntamenti. Giovedì prossimo, alle ore 21, presso la Biblioteca comunale di Como si terrà una tavola rotonda con Francesca Consolini e monsignor Saverio Xeres: “Giovannina Franchi: carità senza confini nella Como dell’800”.Sabato 13 settembre, alle ore 21, presso la basilica di San Fedele, ci sarà un’elevazione spirituale con la soprano Nikolina Pinko e, all’organo, il maestro Lorenzo Pestuggia. Martedì 16 settembre, alle ore 21, ancora presso la Biblioteca comunale di Como, è invece prevista la tavola rotonda: “Storia degli istituti per la salute in Italia: dall’accoglienza alla cura”. Interverranno Edoardo Manzoni (dottore magistrale in Scienze Infermieristiche, responsabile legale della Casa di cura “Beato Palazzolo” di Bergamo) e modererà Mario Guidotti (primario di Neurologia presso l’Ospedale Valduce e opinionista del “Corriere di Como”). Venerdì 19 settembre, infine, alle 21 presso la basilica di San Fedele, ci sarà il concerto organistico in onore della Beata. All’organo, il maestro Domenico Severin.

Giuliana Panzeri

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