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In oratorio compare un muflone. Incredibile salvataggio in centro città

Mobilitazione ieri mattina nella parrocchia di Sant’AgostinoSul campetto dell’oratorio pensava di trovarci i ragazzi a correre dietro ad un pallone, non certo un giovane muflone di quattro anni e 30 chili di peso, con le corna già ben sviluppate.L’incredibile scoperta è stata fatta ieri mattina, in centro città, dall’arciprete di Sant’Agostino che, trovatosi di fronte all’animale ha allertato gli uomini della polizia provinciale, i guardia caccia volontari e le guardie ecologiche. Tutto si è concluso per il meglio, con la cattura del muflone

senza bisogno di narcotizzarlo e utilizzando delle apposite e resistenti reti per ungulati. L’animale – che non è rimasto ferito – è stato poi liberato nei boschi della valle di Ponzate in quel di Tavernerio. L’operazione è scattata ieri mattina poco dopo le 10.«Ci hanno chiamato dalla parrocchia di Sant’Agostino – dice Luigi Galeazzi, commissario della polizia provinciale – dicendo che c’era uno stambecco in oratorio. La cosa ci è parsa un po’ strana, anche perché si tratta pur sempre del centro città, ma quando siamo intervenuti ci siamo comunque trovati di fronte a un bell’esemplare di muflone. Un maschio, di almeno tre o quattro anni, che non era nemmeno troppo impaurito. Così siamo riusciti a immobilizzarlo, a bendarlo per non farlo innervosire e a portarlo al sicuro».Possibile che l’animale sia sceso dai monti di Brunate (dove è abbastanza diffuso) fino alla città.Il muflone è notoriamente presente sulle isole mediterranee di Sardegna, Corsica, Cipro e Rodi, oltre che nell’Europa Centrale. Si è adattato a una grande varietà di habitat, dalle foreste di conifere ai boschi di latifoglie, raggiungendo anche altitudini di 1.500 metri.Ma da qualche tempo è frequente incontrarlo anche sul Lario. Per Giulio Gridavilla, responsabile del dipartimento veterinario dell’Asl lariana, il muflone può considerarsi ormai di casa sui monti lariani. «Non è infrequente – dice infatti l’esperto – che alcuni degli esemplari che qualche anno fa sono stati immessi nella zona del Moregallo, nel Lecchese, “sconfinino” in provincia attraverso il Triangolo Lariano. Un paio di anni fa, alcuni mufloni entrarono nell’ex albergo Milano a Brunate. L’amministrazione provinciale, tramite il suo servizio faunistico con cui l’Asl collabora, tiene costantemente monitorata la colonia inserita per ripopolare la fauna selvatica dei nostri monti e ne ha programmato anche un’adeguata selezione tramite campagne di abbattimento».

Mauro Peverelli

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