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In Ticino quattro studenti su dieci sono italiani

Un rapporto totalmente ineguale. Una vittoria schiacciante. In termini pugilistici, si potrebbe definire un ko.Il confronto a distanza tra l’Università della Svizzera Italiana e l’Università dell’Insubria per ciò che concerne la presenza nei rispettivi corsi di laurea di giovani provenienti dal Paese confinante è, per certi versi, persino imbarazzante.Lugano ospita infatti 1.202 studenti italiani, il 41,17% del totale (2.919). Al contrario, nelle aule dell’Insubria studiano

179 ragazzi provenienti dal Ticino, l’1,9% di tutti gli iscritti (di poco superiori a 9.300).I numeri dell’Usi sono molto articolati ma un punto rimane fermo: nelle facoltà in cui è suddiviso l’ateneo gli studenti italiani sono sempre in netta maggioranza: 465 su 718 nella Accademia di Architettura di Mendrisio; 400 su 1.055 nella facoltà di Scienze economiche; 50 su 293 nella facoltà di Scienze informatiche. Soltanto a Scienze della comunicazione i ticinesi (288) superano, ma di un soffio, i ragazzi italiani (287). Un segnale chiarissimo di come, nel tempo, l’Usi sia diventata un punto di riferimento anche oltreconfine. Va aggiunto che nelle aule luganesi un quarto degli studenti (il 24,46%, pari in numero assoluto a 714 unità) proviene da altri Paesi.Insomma, un ateneo dal profilo fortemente internazionalizzato, così come spiegato in questa stessa pagina dal presidente, Pietro Martinoli.Di converso, la presenza di ticinesi nei dipartimenti dell’Insubria è molto limitata: 179 in tutto, suddivisi in un’infinità di corsi magistrali e triennali.I numeri più significativi riguardano gli insegnamenti di Giurisprudenza e Scienze giuridiche, dove i ragazzi ticinesi sono 51, Matematica (22) e Medicina e Chirurgia (16).Il dato relativo a Giurisprudenza non è casuale. Da qualche anno, infatti, nel dipartimento di Diritto, Economia e Culture dell’Università di Como, ha sede il Centro di diritto svizzero, un organismo didattico (e non solo) diretto da Maria Paola Viviani Schlein e indirizzato a favorire, così come previsto dallo statuto, il «confronto, la diffusione e la divulgazione delle problematiche giuridiche italo-svizzere mediante comunicazioni, convegni, corsi e ogni altra utile iniziativa».Uno degli ultimi convegni organizzati dal Centro di diritto svizzero dell’Insubria ha avuto come tema gli accordi fiscali tra la Confederazione e i Paesi dell’Unione Europea e si è tenuto a Lugano. Proprio sulla questione dei complicati rapporti tra Stati sul tema fiscale, il Centro aveva ospitato qualche tempo fa anche Laura Sadis, consigliere di Stato ticinese e titolare della delega alle Finanze e al Bilancio.

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