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In Tribunale: «Allargare Salita Peltrera era di interesse pubblico»

«C’erano tutti gli elementi della pubblica utilità nella vicenda dell’allargamento di Salita Peltrera» per permettere la sistemazione di un immobile in disuso.«Almeno quattro settori del Comune erano interessati alla vicenda, il mio, ma anche l’Urbanistica, la Viabilità e l’Avvocatura. Secondo la tesi della pubblica accusa, per allargare quella stradina l’imprenditore avrebbe dovuto corrompere mezzo Comune di Como».Antonio Viola, ex dirigente del settore Reti di Palazzo Cernezzi, ha ultimato ieri il proprio esame di fronte al Collegio di Como.In calendario c’era infatti l’ennesima udienza del processo alle paratie antiesondazione del lungolago e a una serie di opere che erano confluite nello stesso fascicolo, tra cui appunto l’ipotesi di corruzione legata all’allargamento di Salita Peltrera per permettere lavori di sistemazione di una casa dismessa.Viola, incalzato dal suo stesso avvocato, il legale Elisabetta Di Matteo, ha ripercorso quei mesi sottolineando comunque come di quella vicenda si parlasse già dal 1990. «Fu il privato proprietario dei terreni che non si comportò correttamente – ha detto Viola – L’allargamento di quella strada era un suo onere. L’imprenditore interessato alla ristrutturazione della casa gli propose di comprare i terreni, ma questa è un’altra vicenda. La richiesta del privato per cedere i terreni fu di 500mila euro per pochi metri quadrati».«Quando l’imprenditore venne da me, venne solo per esporre un problema al dirigente del settore competente, non venne certo per chiedermi un favore», ha aggiunto Viola, che poi andò in pensione con la vicenda di Salita Peltrera ancora sospesa.«Mi chiamò l’imprenditore e mi chiese di sentire il nuovo dirigente, Pietro Gilardoni, per chiedere se stava seguendo la pratica. Il Comune però era preso con le paratie».«Io ero in pensione e seguii solo ed esclusivamente i calcoli strutturali per cui fui pagato 3mila euro. Lavorai come libero professionista, come facevo anche per altre opere sul territorio».Sulla vicenda di Salita Peltrera è stato sentito anche l’ingegner Roberto Laria, che ha ritenuto «l’intervento pubblico ma non di interesse pubblico», pur ammettendo di aver sempre dato «per scontato l’allargamento della strada, considerato un atto dovuto».Nel corso dell’udienza – in cui è stato sentito anche l’ex assessore Marcello Iantorno – sono state prodotte pure due lettere di Viola spedite a più persone, tra cui il Responsabile unico del procedimento, Antonio Ferro, in cui sottolineava senza mezzi termini il «muro invalicabile» che Sacaim aveva posto sulla prosecuzione del lavori delle paratie.«L’impresa si opponeva ad ogni attività», ha chiosato Viola.M.Pv.

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