A Magreglio nel 2009(m.pv.) L’incendio, divampato il 27 maggio 2009 in un bosco di abeti sopra Magreglio, aveva distrutto 3 mila metri quadrati di area verde. Per il Corpo Forestale, intervenuto per i rilievi, la colpa era da attribuire a quattro fuochi di ripulitura accesi per smaltire materiale rimasto nei boschi. Una pratica che era stata affidata ad un 44enne di Sormano ieri finito a processo con le accuse di incendio e distruzione di bellezze naturali. Il bosco era infatti un’area soggetta ad un vincolo paesaggistico
e secondo la tesi dell’accusa (pm Vanessa Ragazzi) l’imputato non avrebbe messo in atto la necessaria cautela per accertare che i fuochi fossero effettivamente spenti. Tanto che il 27 maggio, cinque giorni dopo la loro accensione, le fiamme tornarono a sprigionarsi e a distruggere i 3 mila metri quadrati di abeti. La difesa – avvocato Noelle Meroni – ha puntato invece sul fatto che i roghi erano stati spenti «come raccontato da più testimoni», e che i rilievi della Forestale furono eseguiti «ma solo dopo le operazioni di spegnimento e quando l’area dell’incendio era stata modificata». Tanto da rendere impossibile l’identificazione dell’innesco. Alla fine il giudice ha però optato per la condanna a un anno e due mesi. Il Comune non si è costituito parte civile.
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