Anche il secondo grado non fa sconti all’ex consigliere regionale del Pdl, Gianluca Rinaldin. I giudici d’Appello hanno condannato il politico lariano a 2 anni e 9 mesi di pena, aumentando addirittura di tre mesi quello che era stato il verdetto del primo grado. Le accuse parlano di truffa e falso, nell’ambito delle indagini dell’inchiesta Lake Holiday che ruotarono attorno al progetto di riqualificazione del Lido di Menaggio. La procura meneghina contestava a Rinaldin anche la corruzione, accusa
che non è mai giunta a condanna né in primo né in secondo grado. Insomma, attendendo le motivazioni dell’Appello, pare confermata la pena relativa ai 28 mila euro di rimborso per spese che – secondo i pm – non furono mai effettuate e per le quali furono presentate dichiarazioni ritenute false. Anche davanti ai giudici di secondo grado, come era avvenuto in tutte le altre udienze del processo che lo vede coinvolto, Rinaldin era regolarmente in aula. I fatti contestati a quello che nel frattempo è diventato un ex consigliere regionale, risalgono al periodo compreso tra il 2005 e il 2007, e ruotano attorno ai lavori di sistemazione del Lido di Menaggio.Sei altre persone indagate avevano già patteggiato la pena in precedenza. Tra queste Giorgio Bin, ex assessore provinciale al Turismo nonché uomo vicino proprio a Rinaldin, che aveva prima accusato il collega di aver intascato tangenti salvo poi ritrattare con una clamorosa retromarcia.«Non so più cosa dire – ha commentato ieri Rinaldin, molto provato per questa nuova sentenza – Non riesco a capire in base a cosa mi condannino. Non c’è un uomo che mi accusi, non c’è una telefonata che mi incastri, eppure la pena è addirittura cresciuta. Sono basito e sconcertato». «Arrendermi? Non se ne parla – conclude l’ex consigliere regionale del Pdl – Nonostante tutto sono ancora fiducioso. Abbiamo temi molto forti da sottoporre alla Cassazione. E poi saremo a Roma, in un clima diverso da Milano, e spero che le valutazioni possano essere più oggettive». Contrariati anche i legali di Rinaldin, Luca Lauri e Daniele Benedini. «Siamo increduli – dice quest’ultimo – Vogliamo proprio vedere come verrà motivata questa condanna».
Mauro Peverelli
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