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Incredibile, dopo 18 anni la residenza di Santa Teresa resta ancora chiusa

I primi di ottobre del 2001, il Comune di Como inaugura la nuova residenza universitaria nell’ex convento di piazza Santa Teresa.Un restauro costato quasi 3 miliardi di lire, durato più di due anni, ma che ha ridato vita a un edificio di 1.000 metri quadrati in stato di abbandono dagli anni Sessanta. Al taglio del nastro sono presenti il sindaco Alberto Botta e il prorettore dell’Università dell’Insubria, Giulio Casati.Si tratta di un’inaugurazione “monca”, perché mancano ancora gli arredi. Ma l’apertura e l’ingresso dei 37 studenti viene promessa per il settembre dell’anno successivo.Quell’inaugurazione di un dormitorio senza letti sarà in realtà profetica. Gli arredi arriveranno, per la gestione si pensa all’Isu (Istituto per il diritto allo Studio universitario). In realtà si devono attendere altri mesi prima di definire la corretta forma di gestione, che poi viene “divisa” tra Insubria e Politecnico, fino a quando l’ateneo milanese, siamo nel 2013, riconsegna le chiavi.Ora, a inizio 2019, si può tranquillamente dire che il progetto Santa Teresa è naufragato.Addio all’idea di un dormitorio nell’ex convento.L’Università dell’Insubria ha rinunciato all’immobile e con esso agli alloggi pensati per ospitare gli studenti fuori sede: 17 stanze per un totale di 35 posti letto, aula studio, spazi comuni, cucina e lavanderia, ad oggi ancora inutilizzati. La consegna delle chiavi, anche da parte dell’Insubria, dopo la stipula del contratto per la concessione gratuita dell’immobile all’ateneo, era avvenuta a marzo del 2016. Da allora purtroppo nulla è cambiato e il collegio universitario resta abbandonato.«Ho informato ieri la giunta della decisione dell’Università – spiega l’assessore al Patrimonio e demanio del Comune di Como, Francesco Pettignano – È stata una decisione repentina, ora valuteremo come muoverci anche perché – continua l’assessore di Fratelli d’Italia – l’Insubria, come da contratto, avrebbe dovuto dare un preavviso di sei mesi, cosa che invece non è avvenuta».Come detto, la questione del dormitorio si trascina purtroppo da troppi anni. Vano il tentativo del Comune di Como di trovare un gestore. L’ateneo aveva chiesto al Comune un prolungamento della convenzione, in modo da giustificare gli investimenti sulle manutenzione.«Più volte è stata concessa una proroga in modo da eseguire i lavori. In un primo momento per sei anni e poi rinnovata per altri sei», spiega Pettignano, che aggiunge: «A breve farò un sopralluogo nella struttura per verificarne lo stato». Al momento nessun commento da parte dell’Università sulla rinuncia.

Redazione

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