I due quadri ottocenteschi erano scomparsi da una casa di Cucciago nel corso della notte tra il 2 e il 3 febbraio del 2017. A fare denuncia, in caserma a Cantù, si era presentata la proprietaria, una donna residente a Milano, 77 anni, che a Cucciago aveva una seconda casa. Di quelle due opere pittoriche, di grande valore artistico (ed affettivo), si erano perse le tracce.
Pochi giorni dopo tuttavia, mentre i carabinieri del Nucleo operativo indagavano su tutt’altro, ovvero sulla rapina alle Poste sempre di Cucciago (avvenuta proprio il 2 febbraio), fecero irruzione in un garage di proprietà della nipote 41enne di uno dei principali sospettati, un 72enne del paese.I militari cercavano le armi, quelle che – nelle ipotesi che erano sul piatto – potevano essere state utilizzate per la rapina alle Poste.
Invece, davanti a loro, si trovarono i due quadri che erano scomparsi e che erano stati ben descritti nella denuncia presentata dalla proprietaria di casa. Insomma, l’indagine in quel preciso momento si sdoppiò: una parte seguì il filone della rapina, arrivando a contestare al 72enne il fatto di essere stato la “mente” dell’assalto alle Poste. Ma, nello stesso tempo, allo stesso uomo, venne contestata anche la ricettazione dei due quadri. La nipote infatti, sentita dai carabinieri, dichiarò di «non sapere cosa ci facessero nel suo garage» di Carimate e che quella cantina era in realtà usata spesso dallo zio, che aveva da poco cambiato la serratura del locale e che – presumeva la donna – si era tenuto almeno una chiave.
«L’unico che avrebbe potuto mettere quei quadri in cantina era lo zio», si leggeva nel verbale di spontanee dichiarazioni della nipote.La vicenda, insomma, è approdata in aula di fronte ai giudici del tribunale di Como. Tra l’altro, ironia della sorte, a pochi giorni dalla precedente udienza che aveva riguardato proprio l’assalto all’ufficio postale di Cucciago da cui erano partite le indagini. La nipote – già sentita in aula – avrebbe però modificato la propria deposizione, smentendo che le chiavi del garage erano nelle disponibilità dello zio.
Rimane da capire, in ogni caso, come i quadri potessero essere nel suo garage di Carimate, dopo essere scomparsi solo pochi giorni prima da una casa di Cucciago. Il processo è stato poi rinviato al mese di ottobre, con il 72enne che rimane l’unico sospettato.
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