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Inizio di novembre nero: due treni su tre in ritardo

Treni vuoti per un giorno, tutti in macchina verso Milano: è una delle proposte, nate sulla scia dell’esasperazione, dei pendolari della linea ferroviaria Como-Lecco. I disagi causati da ritardi e cancellazioni delle corse sono quotidiani e la pazienza è ormai arrivata al limite, tanto da spingere chi usa ogni giorno i treni a forme di protesta clamorose.Come quella lanciata dai pendolari attraverso un gruppo Facebook, che propone di viaggiare un mese senza biglietti né abbonamenti. Uno sciopero che «consisterebbe – spiegano gli organizzatori – nel non acquistare abbonamenti e biglietti nel mese di marzo 2020 continuando a usare i treni. È una protesta pacifica che, se attuata, può dare un segnale importante a Trenord per evidenziare una situazione che è ormai arrivata a livelli estremi per i pendolari costretti a subire continui disagi negli spostamenti in treno». Ma non tutti sembrano però essere d’accordo.Questa proposta non piace ad esempio ai comitati dei viaggiatori lombardi, perché, scrivono in un comunicato, «l’essere dalla parte della legalità costituisce sempre il presupposto necessario per far sentire le proprie ragioni».Il biglietto rappresenta il termine di «un contratto stipulato con la società che offre il servizio – dice Ettore Maroni, portavoce del Comitato pendolari di Como – Senza biglietto non esiste contratto. La situazione in questo periodo è in effetti disastrosa, ma questa forma di protesta non credo possa portare a dei risultati. C’è soltanto il rischio che qualcuno prenda una multa. Più efficace sarebbe, a mio parere, abbandonare tutti il treno per un giorno e utilizzare in massa la propria auto per recarsi sul posto di lavoro o di studio. In questo modo si paralizzerebbe il traffico in Lombardia e forse riusciremmo a far sentire la nostra voce». Proposte e piani per cercare di migliorare la situazione che arrivano alla fine di una giornata, quella di ieri che è stata ancora caratterizzata da cancellazioni e ritardi fino a un’ora per i pendolari comaschi diretti a Milano per motivi di studio o lavoro. A provocare il caos, ieri mattina, è stato un guasto «ai segnali che regolano la circolazione dei treni tra le stazioni di Albate Camerlata e Carimate. Per le ripercussioni, sono possibili ritardi fino a 50 minuti, limitazioni e cancellazioni per i treni coinvolti», così si leggeva sul sito di Trenord. Le ripercussioni sulla viabilità ferroviaria si sono verificate dall’inizio della mattinata. Il treno partito da Milano e diretto a Chiasso delle 7.39 e il convoglio corrispondente delle 9.13 sono stati cancellati. Oltre 50 minuti di ritardo per il treno partito da Chiasso alle 8.07 e diretto a Milano Centrale, cancellato invece il convoglio in partenza dalla stazione di Como San Giovanni delle 8.57 e diretto nel capoluogo milanese. Infine anche il treno delle 8.44 diretto a Rho in partenza da Como, ha viaggiato con un ritardo di mezz’ora. Si tratta, come detto, dell’ennesima giornata di passione per i pendolari. Lunedì scorso, un altro guasto, ha rallentano la circolazione ferroviaria causando ritardi fino a 110 minuti. Nei primi quattordici giorni del mese di novembre i treni che hanno viaggiato in orario sono stati 126, 242 in ritardo e 41 i convogli soppressi. Due treni su tre hanno dunque viaggiato in ritardo e i minuti di ritardo totalizzati sono stati 2.372.

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