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Insulti razzisti a Wabara: condannato ultras comasco

Il 32enne di Fino Mornasco ha già pagato 2.500 euro in alternativa a 10 giorni di cellaNei giorni in cui si è aperto il caso di Kevin Prince Boateng, il calciatore del Milan bersaglio di ululati razzisti nell’amichevole di qualche giorno fa a Busto Arsizio con la Pro Patria, si è invece definitivamente chiusa un’altra vicenda che – per gli stessi motivi – aveva sconvolto il Lario.Quella relativa alle frasi razziste rivolte contro la giocatrice Abiola Wabara allora alla Geas di Sesto San Giovanni.L’occasione furono i quarti di finale dei playoff tra il Pool Comense e la formazione meneghina.Una partita che finì su tutti i quotidiani nazionali non certo per questioni sportive, e che portò alla emissione di un Daspo – a cinque anni – a carico di un 32enne di Fino Mornasco (ultras del Como), l’unico identificato.

Lo stesso che è poi stato indagato dalla Procura della Repubblica, in quanto ritenuto responsabile, «nello svolgimento della manifestazione sportiva», «di atti di discriminazione razziale nei confronti dell’atleta Wabara, sputandole contro e proferendo al suo indirizzo frasi» che non riportiamo per decenza, ma comunque di contenuto razzista.Il pubblico ministero che ha condotto il fascicolo, la dottoressa Daniela Meliota, per quei fatti ha chiesto al giudice delle indagini preliminari di Como il decreto penale di condanna, mutuando i 10 giorni di cella richiesti con una pena pecuniaria di 2.500 euro. Una multa che il 32enne – assistito dall’avvocato Livia Zanetti – ha deciso di pagare chiudendo in pratica la questione.«Abbiamo accettato di pagare per non avere preoccupazioni legate al processo – dice al riguardo l’avvocato Zanetti – non certo perché il mio assistito si ritiene responsabile per le cose che gli vengono addebitate. Tra l’altro stiamo parlando di una vicenda nata come uno scandalo nazionale, in cui si scriveva di cori razzisti di più persone contro la giocatrice, salvo poi trovarsi di fronte ad un solo tifoso che ha pagato per tutti». Ma, come dicevamo, la vicenda si è davvero chiusa definitivamente in quanto anche il secondo fascicolo aperto questa volta contro Wabara è stato archiviato. In questo secondo caso furono i tifosi – ben nove – presenti quella sera al palazzetto a voler raccontare la propria verità rivolgendosi alla Procura cittadina. Ai magistrati fu chiesto di indagare la cestista di colore che li ingiuriò mostrando il dito medio in ben due occasioni. Comportamento che – si leggeva nelle denunce-querele – a dire dei nove tifosi avrebbe poi scatenato la reazione del palazzetto. Il fascicolo a carico di Wabara è stato però archiviato e gli stessi supporter nerostellati hanno scelto di non opporsi a tale richiesta della Procura, preferendo chiudere in modo definitivo questa vicenda che nulla ha a che vedere con lo sport.

Mauro Peverelli

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