(ANSA) – ROMA, 29 DIC – La protesta contro il governo e la classe dirigente in Iraq, al quarto mese del suo braccio di ferro, per la prima volta colpisce l’industria petrolifera. Media internazionali riferiscono che alcune centinaia di manifestanti hanno bloccato l’accesso ai campi petroliferi nella zona di Nassiriya, nel sud, fermando la produzione di 82.000 barili al giorno: una grave perdita per il secondo Paese produttore dell’Opec. Nelle scorse settimane sit-in e picchetti sono riusciti a paralizzare scuole e uffici in un po’ tutto il sud, dove a Diwaniya è di uovo stato proclamato uno “sciopero generale”.La protesta da quasi quattro mesi chiede le dimissioni del governo e un ricambio di tutta la classe dirigente, rimasta la stessa dalla caduta di Saddam Hussein nel 2003 e dirigente accusata di essere responsabile di una corruzione che ogni anno brucia più risorse del Pil iracheno; di brutalità per difendere il potere; di non essere riuscita a produrre lavoro; di discriminazione etnica e religiosa e di essere prona all’Iran.
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