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Itinerari d’arte per celebrare la “Giornata della donna”

La proposta per un 8 marzo senza eventi e incontri

Sarà una “Giornata internazionale della donna” sottotono quella che cade domani, con tante mamme e nonne impegnate ad accudire figli e nipoti a casa per la chiusura delle scuole.Le problematiche femminili passano inevitabilmente in secondo piano, anche se l’Istat, lo scorso 5 marzo, con un tweet, ha richiamato l’attenzione sui dati dei femminicidi. Delle 133 donne uccise nel 2018, secondo l’analisi, più dell’80% è stata vittima di una persona conosciuta, partner e familiari. Tutte le iniziative pubbliche e gli incontri sul tema sono stati annullati, compresa la presentazione, alla Feltrinelli di Como, dell’interessante volume “Lingua madre. Racconti di donne straniere in Italia”, organizzata dalla Scuola di italiano per donne straniere di Como.Vista però l’apertura (seppur contingentata) dei musei civici di Como, ecco qualche idea per itinerari nell’arte e nella storia tutti al femminile. Alla Pinacoteca di via Diaz si potranno ammirare i ritratti di numerose figure di donne e scoprire le diverse espressioni artistiche che ne hanno valorizzato la personalità e il ruolo dal Medioevo all’Ottocento: le Sante Faustina e Liberata e la “Vergine Vocata” al piano terra, al secondo piano la biblica Giuditta ritratta da Giovan Pietro Gnocchi nel dipinto “Giuditta e Oloferne”. Da ammirare i seducenti ritratti ottocenteschi di Felicita Giovio e di Eugenia Cattaneo ad opera di Sigismondo Nappi.Nella sezione del Novecento è esposta un’evocativa opera di Ico Parisi, “Libertà è uscire dalla scatola”, con figure femminili imprigionate in angusti spazi.Al Museo Storico “Giuseppe Garibaldi”, in piazza Medaglie d’Oro, si può invece andare alla scoperta delle figure femminili conservate nei documenti d’archivio e nei dipinti delle collezioni. Celebre è il ritratto de “La Garibaldina” ovvero Maria Ferretti, donna libera, coraggiosa e indipendente, una patriota che partecipò attivamente alle lotte per l’Indipendenza italiana nel corso del Risorgimento.Veterana della campagna 1848-1849, la sua biografia appare straordinaria, soprattutto se inserita nel contesto sociale e culturale della seconda metà del XIX secolo. Nel 1859 ricoprì il ruolo di vivandiera nella III Compagnia dei Cacciatori delle Alpi mentre il marito e quattro fratelli erano sotto le armi. Seguì poi il marito, Antonio Minola, anche nella Campagna del 1866, vestita con abiti maschili e sotto il nome di Natale Clerico, soccorrendo i feriti e, in alcuni casi, partecipando anche ai combattimenti.Info: www.visitcomo.eu.

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