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La Covid-19 raccontata dal primario del Pronto Soccorso del Sant’Anna: «Mai viste morire così tante persone»

«Non ho mai visto così tanta gente soffrire e morire insieme. Per molti che giungevano in ospedale ormai non c’era più nulla da fare». Roberto Pusinelli, primario del pronto soccorso del Sant’Anna, racconta l’inferno del Coronavirus. Giorni che sarà impossibile dimenticare. Dai primi di marzo, oltre 500 persone sono transitate dal reparto di emergenza di San Fermo. Tutti pazienti con sintomi riconducibili al Coronavirus, febbre e tosse, soprattutto. Ci sono stati giorni in cui abbiamo avuto fino a 60 accessi – dice Pusinelli – oltre al tampone, abbiamo sottoposto subito tutti i malati fortemente sospetti a radiografia e Tac del torace. In questo modo, i casi di polmonite interstiziale, tra le principali conseguenze provocate dal virus, sono stati evidenziati e senza aspettare il risultato del tampone abbiamo iniziato le prime cure».

Nato a Nesso nel 1960, dopo la laurea a Pavia Pusinelli si è specializzato in chirurgia d’urgenza. Non ho mai visto così tanta gente soffrire e morire insieme – ripete – L’aspetto più doloroso è stato l’allontanamento dei parenti». L’emergenza al Sant’Anna è iniziata a fine febbraio con il primo invio di pazienti giunti dal Lodigiano e, successivamente, dalla Bergamasca. Nella prima fase sono stati interessati soprattutto i reparti di malattie infettive e di terapia intensiva. Già ai primi di marzo, tuttavia, è cresciuto il numero dei pazienti comaschi.

«Abbiamo dovuto riorganizzare gli spazi – dice Pusinelli – e aumentare le aree del pronto soccorso nelle quali accogliere le persone. A parole sembra semplice, ma la realtà è diversa. L’organizzazione che ci siamo dati e la pianificazione della gestione della crisi definita con la direzione, hanno funzionato per la professionalità e il senso del dovere del personale, medico e infermieristico». Da 24 posti letto, nell’area del pronto soccorso si è arrivati a 59. E all’aumentare dei casi di Coronavirus è corrisposta la “scomparsa” degli altri accessi, in particolare dei cosiddetti codici minori. Il personale, di fatto, si è concentrato soltanto sull’emergenza Covid-19.Problema nel problema, quattro dei medici che lavorano con Pusinelli, nonostante i dispositivi di sicurezza, hanno contratto la malattia e uno di loro è stato ricoverato anche in rianimazione.

«Ora fortunatamente il collega sta meglio – conclude il primario del pronto soccorso – e il peggio sembra passato. Direi che in generale pare vedersi una luce, uno spiraglio ma l’attenzione di tutti deve rimanere ancora molto elevata e si devono continuare a rispettare i divieti, anche per evitare di ripiombare nell’emergenza».

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