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«La crisi taglia i fondi, addio a tante iniziative»

L’altra faccia della medagliaLa conservatrice: «Niente indagine archeologica del Pian del Tivano»La crisi non interessa solo l’alta finanza o i più contenuti bilanci familiari. Anche la cultura risente di una situazione di incertezza e di una più marcata cautela nella concessione di fondi. Il Museo Civico Archeologico di Erba ne è un esempio evidente. Luci per quanto riguarda l’unicità di alcuni reperti. Ombre sul sostegno economico dato dalle istituzioni.«Se devo essere sincera, in questo periodo non ci possiamo aspettare troppo aiuto, se non dal Comune». Barbara Cermesoni, conservatrice del Museo Civicodi Erba, specializzata in Archeologia preistorica, esordisce così quando le si chiede del supporto economico dato dagli enti locali.Da quanto racconta, il compito del Comune si traduce in piccoli interventi di manutenzione. Un museo, ovviamente, ha però bisogno anche di altro. In tempo di crisi, stando a Barbara Cermesoni, gli aiuti dalla Regione sono drasticamente diminuiti e i bandi si sono fatti sempre meno accessibili. Con essi si sono ridotte le possibilità di far fronte a determinati interventi di preservazione dei reperti: «Qualche tempo fa siamo riusciti ad installare alcuni deumidificatori per preservare reperti come la mappa catastale teresiana, sensibile agli sbalzi di temperatura e umidità, grazie a un bando della Regione. Adesso però non sappiamo quanto possa filtrare fino a noi dei finanziamenti a pioggia».Una situazione di incertezza, come fa notare la curatrice, che potrebbe ripercuotersi sulle molteplici attività del museo. «È dal 2008 che abbiamo ripreso la pubblicazione dei Quaderni Erbesi e delle relative monografie. Si tratta della ripresa di una tradizione editoriale ben precedente che ci sta facendo guadagnare, oltre che complimenti da altri ricercatori, anche una certa visibilità ma – e qui arriva il rovescio della medaglia – probabilmente non si sarà in grado di continuare a pubblicare. E, francamente, un museo senza pubblicazioni è un museo morto».È quindi comprensibile la preoccupazione della direttrice per il possibile interrompersi dell’iniziativa, che relegherebbe il museo in una posizione secondaria precludendo ogni ipotesi di visibilità, fondamentale per le strutture museali di dimensioni contenute.«Al momento la pubblicazione è l’elemento prioritario – conclude Barbara Cermesoni – Guardando agli altri progetti, per noi è difficile accedere ai bandi di concorso della Regione. A causa delle nostre modeste finanze è difficile entrare in gara. E dire che sono tante le iniziative che meriterebbero di essere portate avanti. Una di queste è l’indagine archeologica del Piano del Tivano».

Matteo Congregalli

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