La fuga dei cervelli è un problema che non riguarda solo l’Italia.Elio Venturelli, già capo dell’Ufficio di statistica del Cantone Ticino e Luca Bertossa, responsabile scientifico delle inchieste “Ch-x Berna”, nel loro intervento al convegno “Il malessere del Canton Ticino” che si è tenuto lo scorso ottobre all’Università USI-SUPSI di Viganello, hanno acceso una luce sul tema.“I giovani ticinesi, spesso quelli più formati (le cosiddette “élite”) – scrivono – conseguono i loro titoli di studio in atenei d’oltre Alpe e poi decidono di iniziare la propria attività in Svizzera interna in mancanza di valide alternative in Ticino”.“La mancanza di opportunità professionali adatte ai loro curricula e di solide realtà imprenditoriali innovative sul nostro territorio sono alla base di queste continue partenze – avvertono gli esperti – Rischia di profilarsi un Ticino che attrae da Sud molti candidati ai posti di lavoro (spesso frontalieri) ma che perde le sue migliori risorse verso la Svizzera interna”.Il Ticino perde le sue migliori forze che scelgono piazze come Zurigo e Losanna, città che, anche grazie ai politecnici federali, attraggono giovani talenti da tutto il mondo.
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