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La “guerra” dei tavolini: nessun accordo davanti al giudice

Attesa per la decisione del giudice del Tribunale di Como sulla contesa per i tavolini di piazza De Gasperi. Causa indetta da un cittadino e volta ad ottenere sia l’inibitoria all’emissione dei rumori da parte dei locali notturni, sia un eventuale risarcimento del danno. Ieri mattina, in un’udienza a tratti accesa ma corretta, il residente che chiede la chiusura dei locali alle 22, il Comune e gli esercenti hanno ribadito le loro posizioni. Punti di vista che sono rimasti distanti, tanto che non è stato possibile trovare quell’accordo che lo stesso giudice aveva auspicato per evitare lo scontro in aula.La decisione del Tribunale sarà resa nota nei prossimi giorni, probabilmente già entro lunedì. E la decisione riguarderà per ora il provvedimento cautelare d’urgenza in merito ai rischi per la salute del cittadino. Il residente di piazza De Gasperi infatti aveva ha chiesto un intervento immediato, denunciando un rischio serio per la salute a causa del rumore eccessivo provocato dai clienti dei locali della piazza, attestati da una relazione di un perito del Tribunale.Nel mirino sono finiti soprattutto i tavolini all’aperto. Il Comune di Como ha contestato in parte la stessa perizia del tecnico nominato dal Tribunale, che il prossimo 12 luglio sarà sentito per spiegare alcuni aspetti dei suoi rilievi e della sua relazione.Perizia a parte, Palazzo Cernezzi e gli esercenti hanno comunque avanzato una possibile soluzione con la realizzazione di una sorta di protezione che ridurrebbe i rumori. Il progetto però dovrebbe ottenere il via libera – non scontato – della Soprintendenza al paesaggio e non sarebbe in ogni caso realizzabile in tempi brevi.Un’ipotesi alternativa sarebbe la riduzione di parte dei tavolini e la posa di barriere fonoassorbenti e fioriere per limitare il disagio. Anche in questo caso, però, la proposta sarebbe stata respinta dal residente per i tempi incerti e i dubbi sugli effettivi risultati in termini di riduzione del rumore.La parola ora spetta al giudice, che dovrebbe rendere noto in tempi brevi la decisione. Il Tribunale, come detto, deve pronunciarsi sulla richiesta cautelare, quindi sull’intervento urgente chiesto dal residente per evitare potenziali danni alla salute.

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