Condannato all’ergastolo, poi scarcerato (dopo aver scontato 23 anni in cella) per una vicenda legata a patti di estradizione tra l’Italia e la Spagna. Infine, nelle scorse ore, di nuovo arrestato e riportato nello stesso carcere da cui era uscito, quello di Novara, dove – in base a un nuovo calcolo legato al cumulo di pena – dovrebbe rimanere fino al 2027. È il caso giudiziario che sta riguardando Domenico Paviglianiti, 58 anni di Cermenate ma originario della Calabria, considerato uno degli elementi di spicco della cosca di ’ndrangheta dei Paviglianiti. Uomo che, al momento degli arresti e della condanna, era ritenuto molto influente nell’area del Comasco, del Lecchese e dell’Alto Milanese. Secondo quanto riportato ieri dal Corriere della Sera, il boss era considerato un pluriomicida e per questo condannato all’ergastolo dopo la sua estradizione dalla Spagna datata 1999. E qui sarebbero nati i problemi: nei giorni dell’estradizione, la Spagna concesse il via libera all’arrivo in Italia a patto che non venisse inferta una pena a vita che all’epoca non era prevista nella Penisola Iberica.Patti, dunque, non rispettati, e su questo avevano fatto leva i legali per ottenere la cancellazione dell’ergastolo.Risultato effettivamente ottenuto. Una serie di calcoli e ricalcoli sul cumulo delle pene hanno poi portato prima alla scarcerazione dopo 23 anni di detenzione (più indulto, liberazione anticipata e altro), poi – notizia di ieri – al nuovo arresto. Da quanto è stato possibile appurare, Paviglianiti, nelle 48 ore di libertà, non aveva lasciato la città ed è stato fermato e condotto in carcere dai carabinieri.Dovrebbe rimanere in cella – l’ergastolo è comunque cancellato – fino al 2027.Il ricalcolo si sarebbe basato sul fatto che una delle condanne passate in giudicato si sarebbe riferita a fatti avvenuti dopo l’estradizione, quindi non “soggetta” ai patti con la Spagna.Da qui si è poi arrivati al nuovo ordine di carcerazione e al ritorno del cermenatese nel carcere di Novara.Domenico Paviglianiti era stato arrestato in Spagna nel novembre del 1996 mentre l’estradizione era giunta tre anni dopo, nel mese di dicembre del 1999.
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