«Nel Comasco negli ultimi quattro o cinque anni abbiamo avuto 472 reati “spia”: spari a vetrine, mezzi incendiati, buste con proiettili. Il numero è però andato via via decrescendo. Questo mi fa pensare che la ’ndrangheta in questo territorio si stia ulteriormente mimetizzando, tenendo un bassissimo profilo». La dottoressa Alessandra Dolci, magistrato che guida la Dda di Milano, è intervenuta ieri in un appuntamento online organizzato dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” e dall’Arci di Como, con l’adesione dei Comuni di Alzate Brianza, Cabiate, Carugo, Inverigo, Lurago d’Erba e Mariano Comense e la moderazione della giornalista Paola Pioppi.Il discorso è partito dal tema dell’incontro, ovvero “L’antimafia in provincia di Como nell’era Covid”. «In questi mesi abbiamo notato una certa fibrillazione nei nostri indagati in merito alla pandemia – ha detto Dolci – Nel primo periodo del lockdown si sono interessati per recuperare grandi quantitativi di dispositivi di protezione sanitaria, poi hanno sondato il terreno nelle ditte cimiteriali e in quelle di sanificazione. Nel frattempo hanno continuato a interessarsi di smaltimento rifiuti, compresi gli scarti speciali per il Covid. E ovviamente hanno prestato grande attenzione alle somme stanziate in questi mesi a fondo perduto per sostenere le attività. Abbiamo monitorato un solo soggetto che ha richiesto 25mila euro per ben tredici attività diverse. Una bella cifra». Insomma, una “fibrillazione”, come l’ha definita Dolci, che ha compensato la stagnazione del mercato della droga durante le chiusure per il Covid.Nel corso dell’incontro è giunta anche la bacchettata agli imprenditori: «Che giudizio posso dare di un imprenditore che chiede aiuto alla ’ndrangheta per risolvere i propri problemi? Che giudizio etico posso dare su di lui? E questo indipendentemente dal codice penale. Tutto questo ci porta a monitorare la situazione in modo particolarmente attento in questo periodo di grave emergenza sanitaria».Bacchettate anche alle amministrazioni poco attente, che dovrebbero supportare – ma spesso non lo fanno – i cittadini che decidono di denunciare.«Per ogni cittadino che viene da noi a raccontare quanto gli è accaduto, sarebbe bello vedere al suo fianco anche il sindaco».Nessuna parola, ovviamente, sulle indagini attualmente in corso sul nostro territorio («mi avvalgo della facoltà di non rispondere», ha replicato Dolci) che invece, tornando alla problematica legata alla pandemia e agli affari che la ’ndrangheta e la criminalità organizzata potrebbero fare in questi mesi, ha riferito quanto captato in una intercettazione: «Abbiamo sentito dei nostri indagati fare commenti entusiastici sulla pandemia e i morti in aumento».Questo perché nella crisi sanitaria in atto intravedevano possibilità di ingenti guadagni.
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