Anche la famiglia del povero Gaetano Banfi, ha appreso in queste ore della svolta nelle indagini per dare un nome e un cognome all’investitore del 22enne di Rebbio, che abitava con la madre in via Spartaco. Oggi, a intervenire per la famiglia, è stata la nonna. «Ringraziamo la Squadra Mobile e il magistrato, per avere fatto luce su una vicenda tanto oscura – ha dichiarato la donna – Mia figlia è ancora molto provata, ma questo sviluppo nelle indagini spero possa darle un po’ di tranquillità». «Io e la mia famiglia non nutriamo rancore, né desideriamo vendetta – è la conclusione della nonna – ma ci auguriamo che il colpevole voglia confessare pienamente e chiederci scusa per averci tolto il nostro amato Gaetano».
Soddisfazione per quanto è avvenuto in queste ore, anche nelle parole dell’avvocato che tutela gli interessi della famiglia, Pierpaolo Livio del Foro di Como. «Il quadro probatorio, dall’esame degli atti, appare molto chiaro – ha commentato il legale – L’indagato ha cercato di sviare da sé l’attenzione al momento del fatto, probabilmente, anche per evitare l’alcool test, ma nelle successive dichiarazioni rilasciate agli inquirenti è incorso contraddizioni che ne hanno inevitabilmente portato all’iscrizione sul registro degli indagati». Ora però toccherà alla difesa fornire la propria versione dell’accaduto.
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