Sospesa la modifica del contratto nazionale e di conseguenza sospese le iniziative di mobilitazione in atto. C’è uno sviluppo nell’ambito della trattativa sindacale in corso che riguarda i dipendenti de “La Nostra Famiglia”, associazione che si occupa della cura e della riabilitazione delle persone con disabilità, soprattutto in età evolutiva, e che conta dodici sedi in Lombardia, tra le quali le strutture di Ponte Lambro e, a Como, quelle in via Del Doss e in via Zezio.Martedì i rappresentanti dell’associazione e dei sindacati si sono incontrati a Roma per affrontare il tema della variazione contrattuale comunicata dall’ente il 27 gennaio scorso per tutto il personale non medico.La delegazione della Nostra Famiglia ha comunicato ai sindacati che il consiglio di amministrazione ha deciso di sospendere la modifica del contratto nazionale per il personale in forza alla fine di gennaio tenuto conto dell’ipotesi emersa durante l’ultimo incontro circa il finanziamento del costo del lavoro da parte delle Regioni.«Di conseguenza – si legge nella nota diffusa da Cgil, Cisl e Uil – le buste paga che verranno emesse il 10 marzo (relative al mese di febbraio) manterranno l’applicazione del contratto della Sanità privata. Da marzo proseguiranno comunque gli incontri per esaminare la situazione complessiva». Resta aperta la questione relativa al personale assunto dal 1° febbraio 2020, al quale al momento si applicherà il contratto per le Residenze sanitarie assistite (Rsa) e i Centri di riabilitazione.«Esiste la possibilità di ottenere la copertura dei costi del lavoro da parte delle Regioni, si è deciso di approfondire le reali modalità e valutare l’effettivo impatto di tale misura – fanno sapere dalla Nostra Famiglia – Abbiamo scelto la sospensione riservandoci di decidere cosa fare all’esito di ulteriori incontri. Una sospensione non è una revoca né un passo indietro, è un gesto di buona volontà nell’attesa di vedere come evolve la situazione. Qualora la sospensione venisse meno e non si trovasse un accordo diverso, verrà applicato il contratto Rsa e Centri di riabilitazione dal 1° febbraio. Si tratta – aggiungono – di un contratto nazionale, applicato in numerose altre strutture in Lombardia. È vero che l’orario settimanale di lavoro passerebbe da 36 a 38 ore senza aumento retributivo, ma è vero anche che c’è l’intenzione di trovare il modo tecnico per riconoscere comunque l’aumento atteso da anni di cui tanto si è discusso».
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