I numeri dei contagi non lasciavano, purtroppo, presupporre nulla di buono. Ma, come naturale, gli operatori del turismo e della ristorazione, specialmente con l’avvicinarsi del periodo pasquale si erano rimessi in moto per cercare di intercettare una seppur timida possibile ripartenza. Ma l’imminente zona rossa e soprattutto la notizia – questa volta data con congruo anticipo – del blocco totale a Pasqua, da sempre tra i periodi più redditizi per gli operatori del settore, ha lasciato dietro di sé sconforto e paura per un futuro che non sembra ancora poter presentare caratteristiche tali da far pensare a un seppur lenta, ma definitiva, ripartenza.
«Avevamo un buon numero di prenotazioni fino a maggio inoltrato – spiega Ross Whieldon, vicepresidente di Federalberghi Como e titolare dell’hotel Britannia Excelsior di Griante – Addirittura erano in arrivo gruppi per un totale di 1.600 persone. È facile intuire quanto questo ennesimo intoppo possa influire su una stagione, l’ennesima, fortemente deficitaria». E le oscillazioni nella diffusione dei contagi con le relative misure governative «purtroppo non ci consentono di pensare e programmare, cosa invece per noi di fondamentale importanza, il futuro – aggiunge il vicepresidente – Il nodo, ora più che mai, rimane ovviamente quello della campagna vaccinale che deve essere incrementata, altrimenti rimarremo sempre un passo indietro. In Gran Bretagna dal 17 maggio si riprenderà a volare e ci sono già molti Paesi, con restrizioni molto più lievi dell’Italia, pronte a intercettare i turisti inglesi che inizieranno a muoversi. In Italia purtroppo siamo in ritardo», conclude Ross Whieldon.
«Siamo ovviamente molto preoccupati per la situazione generale e per le nostre attività. Anche perché prima dovevamo stringere i denti in vista del Natale che poi è diventata la Pasqua. E adesso ? Puntiamo all’estate ma con che prospettive? – si domanda anche Giuseppe Rasella, albergatore e componente della giunta della Camera di Commercio di Como e Lecco con delega a Turismo e Cultura – Certo sapere con largo anticipo del blocco di Pasqua è meglio che apprenderlo poche ore prima, ciò non toglie che le ripercussioni siano notevoli. Avevamo infatti già delle prenotazioni».Altra tradizionale meta pasquale è da sempre il ristorante. Purtroppo però, come noto, saranno chiusi salvo la possibilità del servizio a domicilio e dell’asporto.
«Sembra purtroppo di rivivere ormai da oltre un anno sempre lo stesso giorno – interviene Massimiliano Tansini, presidente dei Cuochi di Como, ristoratore e formatore – Non si riesce in alcun modo a programmarsi con tutte le conseguenze negative sulle attività, sui budget e sugli affari che sono naturalmente in picchiata libera. E soprattutto è sempre più complicato trovare nuovi stimoli».
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