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La prima del Teatro Sociale nel segno di Händel e Mozart

Su il sipario, finalmente, con grande emozione e non poca commozione per le tante vittime del coronavirus e per quanto ha dovuto soffrire a causa del lockdown un luogo nato e cresciuto nel segno della condivisione, dell’abbraccio corale, dello stare insieme. Dopo tanti mesi di stop forzato causa pandemia, il Teatro Sociale di Como – As.Li.Co. di piazza Verdi inaugura la Stagione Notte 2020, intitolata come segno di speranza D’acqua e vita, con una partitura di Händel (composta nel 1741), poi riorchestrata da Mozart (1789): Der Messias. Per la prima della stagione lirica prevista una sola data, sabato 3 ottobre alle ore 20.Il maestro Massimo Fiocchi Malaspina è sul podio dell’Orchestra de I Pomeriggi Musicali e del Coro di Opera Lombardia, con le voci soliste di Marigona Qerkezi, soprano, Chiara Tirotta, mezzosoprano, Didier Pieri, tenore, Andrea Patucelli, basso, in co-produzione con il Circuito di OperaLombardia che ha debuttato il 29 settembre dal Teatro Grande di Brescia.Un messaggio di speranza, la scelta della partitura che fa da ponte tra musica barocca e modernità, tra Händel e Mozart, senza mai dimenticare le prescrizioni sanitarie: anche la versione scelta di Mozart, che in partitura suggeriva un coro raddoppiato ad libitum, e che prevedeva tromboni e fiati ad amplificare la gioia della Resurrezione, dovrà attenersi rigorosamente alle norme in vigore, ed i professori del Coro e dell’Orchestra saranno distanziati, in un organico permesso nello spazio disponibile, come altresì il pubblico in platea, in galleria, nei palchi.La riscrittura mozartiana del capolavoro di Georg Friedrich Händel, va ricordato per precisione storica, è indissolubilmente legata all’interessante figura del barone Gottfried van Swieten, medico, diplomatico e musicista dilettante di origine olandese. Come ricorda il direttore Fiocchi Malaspina nelle sue note introduttive al libretto di sala, «Gottfried era figlio di Gerard van Swieten, medico personale di Maria Teresa» ed era un cultore della musica di Bach e di Händel. «Mozart stesso scrive in una lettera al padre nel 1782 che si trovava ogni domenica tra le 12 e le 14 a casa del barone per eseguire, spesso in quartetto vocale in qualità di alto, mentre il barone cantava come discanto, mottetti, corali, fughe dei due grandi compositori dei quali van Swieten possedeva un buon numero di partiture, di fronte all’aristocrazia più colta della città». Fu anche una committenza che Mozart accettò per ristrettezze economiche. Ma ne nacque un capolavoro. Godiamocelo, e diciamo bentornata la grande musica nel tempio della cultura comasca.

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