«Ho fatto un percorso di presa di consapevolezza di ciò che ho fatto… io quella sera ero presente alla rapina però mio zio non c’era». Così, ieri mattina in aula, il nipote (che ha già scontato la sua pena) ha tentato di scagionare il parente dall’accusa di aver preso parte alla “rapina di Natale” ai danni di un imprenditore di Mariano Comense all’alba del 25 dicembre 2014.Alcuni uomini si erano spacciati per finanzieri, erano entrati in casa e fingendo una perquisizione avevano cercato la cassaforte, scappando poi con soli 500 euro. Un solo presunto componente della banda deve ancora essere giudicato. Si tratta di un 57enne pugliese residente a Cesano Maderno. A puntare i fari su di lui era stata proprio la vittima del colpo che l’aveva riconosciuto da una foto mostrata nel corso di una udienza del processo alla banda. Ieri però il nipote ha tentato di scagionarlo: «Io mi sono sempre dichiarato innocente, ma ora ammetto che quella sera ero presente. È stata brava la magistratura a incastrarmi. Però mio zio non c’era». Il pubblico ministero Simona De Salvo ha comunque chiesto 5 anni di condanna: «È stato riconosciuto dalla vittima, che fornì precise indicazioni fisiche». La difesa ha invece invocato l’assoluzione per «non aver commesso il fatto». Sentenza tra due settimane.
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