Colato: «Spostare i trasporti pericolosi sui treni non serve a nulla»
La tragedia di Bologna, con un morto e quasi settanta feriti a causa del tamponamento di un’autocisterna con un Tir, ha riportato i riflettori sulla sicurezza dei trasporti.Tema molto sentito in un territorio di confine come il Comasco. Sull’Autolaghi transitano migliaia di camion, altrettanti sulla rete stradale ordinaria. Tra questi autotreni, vi sono anche tante cisterne. Tutto il carburante erogato in Canton Ticino, ad esempio, arriva sui camion dall’Italia.
Il presidente della Fai (Federazione italiana autotrasportatori) di Como e Lecco, Giorgio Colato, è convinto che l’unica strada per aumentare la sicurezza sia il miglioramento delle dotazioni dei camion. È stato lo stesso ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, ad avanzare la proposta di obbligo dei dispositivi di guida assistita sui 35mila veicoli che in Italia trasportano merci pericolose. «C’è chi crede che spostando queste merci sui treni si potrebbe risolvere la situazione – dice Colato – ma sbaglia. Purtroppo il disastro di Viareggio ci ha insegnato come il problema resterebbe. Anzi, in Italia non esistono depositi vicini alla rete ferroviaria per stoccare merci pericolose, quindi sarebbero necessari comunque i trasbordi».
Certe merci devono quindi continuare a viaggiare su gomma?«Sì, ma con sistemi di sicurezza superiori. Alcune case automobilistiche e di camion installano già di serie i sistemi antitamponamento, antisbandamento, allarmi contro i colpi di sonno, perfino controlli in tempo reale sullo stato di salute di chi guida. Chi trasporta un certo tipo di merci deve avere queste dotazioni – aggiunge Colato – È giusto preoccuparsi dei gas di scarico e dell’inquinamento, ma non si possono dimenticare i dispositivi salvavita».
Sul tema è intervenuto ieri anche Paolo Uggè, valtellinese, milanese d’adozione, vicepresidente nazionale di Conftrasporto e di Confcommercio.«Fai Conftrasporto, dopo aver rivolto più inviti ai governi per “spingere al massimo”, con incentivi mirati, la sostituzione di vecchi mezzi con altri più ecologici (oltre che sicuri), alla luce di quanto avvenuto a Bologna lancia un nuovo appello – scrive Uggè – incentivare l’installazione di sensori che avvisino l’autista che si sta avvicinando pericolosamente al mezzo che lo precede. Così anche i mezzi più datati potranno “leggere” il traffico; sono mezzi inoltre da lasciar viaggiare su strada solo dopo che avranno superato la revisione, in Motorizzazioni civili dove però le attese attualmente sono di mesi».
Uggè si chiede infine dove siano finite le stazioni di controllo mobili acquistate nel 2004 per consentire alla polizia di fare accertamenti sui mezzi pesanti in qualsiasi area d’Italia.
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