«Mi sento di escludere cali di tensione. Abbiamo fatto tanta fatica per arrivare a questo punto, l’umiltà è sempre stata il nostro punto di forza e ora lo sarà ancora di più. Le difficoltà non mancheranno, il campionato è ancora lungo: pensiamo esclusivamente a giocare bene ogni singolo incontro». Giacomo Gattuso guarda già avanti. Per la bandiera del Como il bilancio personale è esaltante: primo posto in graduatoria con sei vittorie consecutive e un totale di sette successi in otto gare sulla panchina dei lariani.L’ultima perla lunedì sera allo stadio Sinigaglia, il 2-1 contro l’ex capoclassifica Renate, che ora è stata scavalcata dagli azzurri, che guidano il girone A con un punto di vantaggio (43 contro 42). Un exploit che ha riacceso la passione della piazza e dei tifosi azzurri, che sognano a occhi aperti il salto verso la B.Quella che potrebbe essere la fase decisiva della stagione scatta domenica prossima, con la trasferta degli azzurri sul terreno della Pistoiese e la gara interna del Renate con il Grosseto. Tra il 31 gennaio e i primi giorni di marzo sono infatti in programma ben otto incontri. La migliore gestione delle energie e del turn-over saranno fattori risolutivi.Il Como conterà su un giocatore ritrovato. Il migliore acquisto potrebbe essere Franco Ferrari, spesso “beccato” in questa stagione per un rendimento non all’altezza della fama che ha accompagnato l’arrivo dell’attaccante sulle rive del Lario. L’altra sera è stata sua la rete del 2-1 definitivo, mentre il momentaneo 1-0 era stato segnato da Alessandro Gabrielloni.«Ferrari? Il suo è stato un problema di condizione fisica, ma io conoscevo le sue qualità, che aveva mostrato in altre realtà – sottolinea ancora Gattuso – Sapevo che ci sarebbe voluto del tempo: lui è un ragazzo sensibile e gli ho sempre detto di non preoccuparsi. In questa sfida ci ha regalato il successo e ora sarà una freccia in più nel nostro arco».Per i lariani, più in generale, contro il Renate è giunta la migliore interpretazione di un match alquanto delicato contro la compagine allenata da Aimo Diana, formazione che nel suo cammino ha sempre mostrato solidità e continuità di risultati. «La nostra scelta, contrariamente ad altre occasioni, è stata di aspettare gli avversari, non attaccarli e creare situazioni in cui far loro male su una riconquista del pallone – aggiunge il mister – Sapevamo che dovevamo concedere qualcosa di più sul palleggio. Nel complesso è stata una buona gestione, in una gara in cui, a livello di singoli, le emozioni potevano pesare».E alla fine è arrivata la vittoria; l’allenatore della nuova capoclassifica si sofferma sull’andamento dell’incontro: «Nel primo tempo abbiamo disputato una partita quasi perfetta, tranne che nell’occasione del loro gol – spiega Gattuso – Noi siamo sempre stati molto incisivi, si capiva che potevamo fare male in ogni momento. Sapevamo che la seconda parte avrebbe comportato qualche sofferenza ma, a ben pensarci, non ricordo occasioni importanti dei nostri avversari. Poi, proprio i nuovi entrati hanno costruito l’azione del gol che ci ha dato il successo».Un primo posto in graduatoria che ha risvegliato i tifosi, ma non soltanto. Tanti ex giocatori del Como, rimasti legati alla squadra azzurra, non hanno nascosto la loro gioia nel rivedere la formazione lariana in vetta alla classifica.Walter Mirabelli, bomber degli anni ’90, ha pubblicato una sua foto con la maglia del Como – in cui militava a fianco di Gattuso – accompagnata dall’entusiastico «Grande Como. Complimenti al mio capitano».Stefano Maccoppi, indimenticato difensore del periodo della serie A ha seguito la partita: «Grande “Jack” – ha affermato – Speriamo sia l’anno giusto: ho visto una squadra concreta e ben equilibrata».Un altro grande azzurro di quel periodo ha voluto manifestare la sua soddisfazione. Massimo Albiero, libero degli anni ’80, ha indossato con onore la maglia numero 6 del Como. Il suo erede, all’epoca, fu proprio Gattuso: «È bellissimo rivedere in testa la mia squadra, e ci tengo a dire mia, perché il cuore è sempre lì – ha specificato Massimo – Ma soprattutto apprezzo il suo allenatore, Giacomo Gattuso: non è cambiato rispetto a trenta anni fa. All’epoca era un giovane della Primavera e si allenava spesso con noi: era umile, mai sopra le righe e determinato. Gli stessi valori che in questo momento sta trasmettendo ai suoi ragazzi».
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