“La spira”, così Mauro Ferrari racconta il rapporto tra la città e la fabbrica

A Como si è da decenni alle prese con il problema Ticosa. A Novi Ligure c’è un analogo caso con “La Spira” ossia il fumo emesso dalla Italsider/Ilva, prima aggregata al nucleo urbano e poi spostata nella periferia nei primi anni Sessanta, “al limite della pianura ricca”. A questo sito industriale dove peraltro lavorò anche il padre come operaio, dedica un poemetto – scritto nell’arco di un lungo periodi di tempo, da fine anni Novanta al 2018 – il poeta Mauro Ferrari, novese, classe 1959 e ospite da tempo del festival comasco “Europa in Versi” dove ha proposto e propone anche gli autori italiani e internazionali della casa editrice Puntoacapo di Pasturana in provincia di Alessandria di cui è direttore editoriale. E per i cui tipi è uscito ancheLa spira, appunto il poemetto intitolato alle spirali di fumo della ciminiera della fabbrica che tra memoria e storia, tra “vita solida” e fantasmi del passato che persistono nel presente come cicatrici indelebili, graffi che gridano, crollate le utopie e imperante il capitalismo, documenta il rapporto tra città e fabbrica, tra comunità e industria, tra vissuto personale e sentimento collettivo. Anche la Como postindustriale attende con la vicenda Ticosa (che però è alle porte della città e non in periferia, un suo cantore, tenendo anche presente che proprio dirimpetto l’area dell’ex fabbrica tessile opera da tempo un circolo di poeti, l’Acarya, che si riuniscono ogni venerdì sera. L’esempio di Mauro Ferrari potrebbe spronare nuovi autori di poesia civile e memoriale anche a Como.