Erano stati arrestati la scorsa settimana dalle volanti, chiamate da un autista di Asf per una presunta tentata rapina andata in scena su un autobus diretto da Como a Cantù. Oggi, tuttavia, sono tornati in libertà dopo l’interrogatorio tenuto di fronte al giudice delle indagini preliminari Francesco Angiolini. Si tratta di due ragazzi ventenni residenti a Rebbio, il primo in via Lissi e il secondo in via Badone, di origine rispettivamente albanese e marocchina. I due – fermati dagli agenti in via Alebbio subito dopo i fatti – avevano sempre negato la ricostruzione fatta dalle vittime, due fratelli (marocchini anch’essi, un uomo e una donna) che avevano riferito di aver subito un tentativo di rapina e subito dopo un pestaggio con tanto di bottigliate. Le immagini delle videocamere presenti sull’autobus non hanno tuttavia confermato questa versione. Anzi.
Dai fotogrammi che sono stati analizzati dalla polizia e dal pubblico ministero Pasquale Addesso, si vedrebbe la donna avvicinarsi ai due giovani e iniziare un litigio poi effettivamente sfociato in un violento scontro tra le parti. Tuttavia, verrebbe meno proprio l’elemento della tentata rapina che non ci sarebbe stata. Da qui il passaggio – lunedì – dal carcere ai domiciliari e, ieri, il ritorno in libertà dei due ragazzi.
Ulteriori dettagli sul Corriere di Como di mercoledì 8 aprile.
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