Una iscrizione inserita nel muro che scende alla cripta della Basilica di San Carpoforo a Como, e poi due frammenti di una lastra trovata in regione S. Rocco tra i ruderi dell’antica chiesa di S. Protasio. Si trova nel deposito a piano terra di Palazzo Olginati in via Serafino Balestra 10 a Como. E infine una lamina argentea trovata nel cimitero di Longone al Segrino e conservata presso il Museo Archeologico P. Giovio di Como. Documenti già noti agli studiosi ma che sono tornati di attualità dal 28 al 30 ottobre al centro di ricerche a Menaggio al centro italotedesco di Villa Vigoni nella tre giorni del convegno internazionale promosso dalla Accademia delle Scienze di Berlino “Das neue Corpus der griechischen Inschriften Italiens” con la partecipazione di un ampio parterre di studiosi internazionali di epigrafia. A parlare delle iscrizioni greche di Como è stata Enrica Culasso Gastaldi (dell’Università di Torino, incaricata dello studio delle iscrizioni greche dell’Italia nord occidentale), nella sua relazione “Indagini e censimento delle Regiones augustee VIII Aemilia, IX Liguria, XI Transpadana”. L’accademia di Berlino ha tra i suoi progetti fin dall’Ottocento il Corpus Inscriptionum Graecarum e il Corpus Inscriptionum Latinarum.
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