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L’accordo con Sacaim non c’è ma il Comune deve pagare la consulenza dell’avvocato

Beffa paratie: contenzioso aperto e parcella da saldareAnche gli obblighi, talvolta, assumono comunque il sapore acre della beffa. Simbolica quanto si vuole, ma comunque fastidiosa quanto basta. È il caso, per esempio, dell’ultimo inconveniente tecnico sul caso delle paratie. Con una “vittima”designata: il Comune di Como.L’ultima novità in ordine di tempo riguarda l’ormai infausto tentativo di accordo bonario tra l’amministrazione stessa e la Sacaim, l’impresa che si è aggiudicata i lavori per il rifacimento del lungolago e la realizzazione delle barriere antiesondazione. L’antefatto è noto. A causa della infinita serie di intoppi, problemi e stop al cantiere, l’azienda, qualche mese fa, presentò a Palazzo Cernezzi un conto salatissimo. In sintesi, Sacaim mise nero su bianco un elenco di riserve per un importo complessivo che superava i 6,5 milioni di euro. Un elenco sterminato di recriminazione tecniche e richiesta conseguenti di risarcimenti, che convinsero il Comune di Como a tentare una disperata mediazione.La proposta di sedersi attorno a un tavolo venne accettata dall’impresa, e così venne formato un organismo tecnico costituito da tre personalità per tentare di dirimere “amichevolmente” la questione. Sacaim nominò un suo tecnico di fiducia, il Comune fece lo stesso e a completare il quadro venne designato di comune accordo un arbitro terzo.L’esito di questa trattativa fu (soltanto in apparenza) positivo. Palazzo Cernezzi e l’impresa, infatti, quantificarono in 2,8 milioni di euro la cifra necessaria a chiudere senza strascichi legali la contesa. Soldi che, naturalmente, avrebbe dovuto versare l’amministrazione nelle casse dei privati.Ebbene, da quel momento, le cose sono andate in maniera radicalmente diversa. Il Comune, infatti, non ha mai trovato i fondi necessari a completare la transazione e anche gli appelli alla Regione affinché provvedesse a saldare il conto sono andati a vuoto. Ed ecco, quindi, materializzarsi la beffa anticipata in precedenza.Mentre il cantiere per le paratie resta immobile e all’orizzonte non si intravede neppure una possibile soluzione all’impasse sull’accordo bonario, Palazzo Cernezzi dovrà comunque far fronte agli impegni presi con il consulente nominato al momento dell’arbitrato.Nello specifico, il Comune dovrà pagare all’avvocato Maurizio Michele Cafagno la parcella per il lavoro svolto a partire dal 24 novembre 2011 e per i 90 giorni successivi. Non si tratta di una cifra enorme – i documenti ufficiali quantificano la somma in 30mila e 500 euro. Ma nell’ambito della disastrosa situazione in cui versa a tutt’oggi il cantiere sul lungolago, e con un futuro davanti ancora pieno di gravi incognite, non può che risultare davvero beffardo pagare l’onorario di un professionista per un lavoro che – forse – non troverà mai uno sbocco concreto. Almeno fino a quando i 2,8 milioni necessari a siglare la “pace” con Sacaim non salteranno fuori da qualche parte.

Emanuele Caso

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