Un incontro domani, alle 18, alla libreria Feltrinelli di Como racconta “Fine pena: ora” del magistrato Elvio Fassone
“Caro Presidente, caro Salvatore”: un condannato e il suo giudice si scrivono per trent’anni. E questa incredibile mole di lettere (oltre mille e cinquecento) viene distillata in un libro Fine pena: ora (Sellerio) di qualità letteraria altissima, al tempo stesso impagabile testimonianza di due vite e documento di un pezzo di storia d’Italia. Quel giudice è Elvio Fassone, e il suo condannato si chiama Salvatore. La storia ha inizio col maxiprocesso al clan dei Catanesi nella Torino degli anni Ottanta, quando Fassone condanna Salvatore all’ergastolo. Immediatamente dopo la sentenza, Fassone fa recapitare a Salvatore un libro, Siddharta di Herman Hesse. Sarà l’inizio di un rapporto epistolare trentennale che continua ancora oggi.In carcere Salvatore si emancipa attraverso lo studio, i corsi, il lavoro, ma vive profondi momenti di sconforto, fino a tentare il suicidio. Elvio Fassone nel frattempo è eletto al Csm, diventa senatore, va in pensione, ma non smette mai di interrogarsi sul carcere e sul “fine pena mai”. Per Salvatore, Elvio Fassone rappresenta oggi l’unico appiglio per non lasciarsi morire.«Come riporto nell’ultimo capitolo del libro – racconta Elvio Fassone – Salvatore dopo una seconda condanna è diventato “ostativo”, ciò ha significato non poter accedere ad alcun beneficio. Ora la Corte Europea dei diritti dell’uomo chiede di riformare la legge sul cosiddetto “ergastolo ostativo” poiché viola i diritti umani, è molto probabile che questa sentenza farà eco nella nostre Corte Costituzionale aprendo così un vuoto legislativo cui si dovrà fare fronte, ma attenzione la Corte non ha detto “aprite a tutti”, deve esserci una valutazione caso per caso».«Salvatore – prosegue Fassone – ha totalizzato 36 anni di detenzione e dal 2009 non riceve alcun beneficio. Questo mi crea molta amarezza, d’altra parte l’uscita del libro mi ha fatto conoscere un’incredibile quantità di persone, ho tenuto centinaia di incontri e questo mi incoraggia a pensare positivamente a quelli che sono i cosiddetti anticorpi sociali».Del libro di Fassone si parlerà domani, 18 ottobre, alle 18, alla libreria Feltrinelli di Como, in occasione de “I classici dentro e fuori il Bassone”, letture condivise tra liberi e reclusi. Ospite Vittorio Nessi. Ingresso libero.
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