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Landriscina disegna la Como della Fase 2. Più auto, orari e giorni diversi per il lavoro

I numeri dei decessi in città a causa del Coronavirus in questi giorni sono ancora alti. Il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e di due anni fa. Lo sa bene il sindaco-medico di Como, Mario Landriscina. Ma lo sforzo di pensare a quale volto avrà la città dopo il 4 maggio, con le prime riaperture, oppure durante l’estate e il prossimo autunno, è un esercizio quotidiano, al quale il primo cittadino non si sottrae.«Fa parte dei doveri di un sindaco – attacca Landriscina – Le riaperture non sono di competenza comunale, ma governativa e regionale. Si deve però iniziare a prendere coscienza anche del futuro delle realtà locali. Serve avere una visione. Lo facciamo quasi ogni giorno nei diversi tavoli ai quali partecipiamo con l’Anci, la Regione e i sindaci capoluogo».Da subito e per un po’ cambierà sicuramente il modo di muoversi anche a Como?«Dal principio ci si dovrà comunque attenere al quadro generale della Lombardia e dell’Italia, confidando che le indicazioni non giungano all’ultimo minuto – risponde il sindaco – Di certo il trasporto pubblico, con l’applicazione delle regole della distanza, non potrà più sopportare i volumi di prima. Ci sarà un aumento della mobilità sul mezzo privato. Tutti in auto, con ripercussioni sul traffico, volumi che i parcheggi della città saranno chiamati a gestire. Questo significherà una crescita dell’inquinamento atmosferico. Così si dovrà cercare un compromesso, ovvero di lavorare su mobilità alternative, come piste ciclabili, favorire l’utilizzo di moto, motorini, monopattini… Treno, bus e battelli continueranno a esserci, ma con un numero di passeggeri inferiore».Como è una città di turismo e di commercio. Oggi è stato tutto azzerato.«Ci sono categorie economiche stanno vivendo e vivranno una situazione più delicata di altre. Questo fino alla scoperta e diffusione di una cura e di un vaccino per il Covid. Nel turismo c’è l’aspetto alberghiero che tra mille attenzioni potrebbe riprendere, pur con complessità non indifferenti. Riguardo la ristorazione e i bar, ho visto alcune idee di nuove sistemazioni, dai tavoli al ciclo dei rifiuti. Confidiamo che arrivi una visione nazionale sulla questione. È ancora tutto così poco chiaro, le distanze minime sono passate nel giro di pochi giorni da uno a tre metri».Il mondo del lavoro, come cambierà? Anche per accedere ai servizi e agli uffici pubblici?«Il tema della convivenza nei luoghi di lavoro è un altro argomento delicatissimo. Credo che il sindacato avrà un ruolo determinante in tutte le scelte. Si dovrà cercare di diluire l’orario di lavoro su più giorni la settimana e più ore durante il giorno. Per l’accesso in Comune non ci possiamo permettere di avere la coda che arriva fino in viale Geno. Ci saranno regole diverse, ma sarà fondamentale anche l’educazione delle persone».In che senso?«Il comportamento individuale in questi casi è la maggiore discriminante. Lo vediamo dall’inizio del contagio. C’era chi viveva la situazione con atteggiamento di sfida. Poi, piano, piano, tutti hanno iniziato a muoversi con le mascherine. Il Comune ne ha distribuite alcune decine di migliaia, ora faremo un secondo approvvigionamento, ma non basta. Il distanziamento, l’autoprotezione, l’igiene personale saranno indispensabili a lungo. Bastano pochi irresponsabili per compromettere tutto. Su questi dogmi non è possibile derogare».Quando tornerà una certa normalità, almeno negli spostamenti a piedi?«Sarebbe bello ridare alcune libertà essenziali, ma temo che questo non sarà possibile. Penso alla passeggiata di un anziano con un bambino. A tutti gli atteggiamenti di socialità, alle mamme che si fermano a parlare in un parco per fare giocare insieme i bimbi. Gli accessi dovranno essere contingentati anche ai giardini. Lo stesso lavoro si dovrà fare con l’apertura di asili e scuole. Ci saranno percorsi obbligati per tutto. Ci saranno tamponi e indagini obbligatorie, tante sanificazioni. Ma la partecipazione responsabile delle persone viene sempre al primo posto. In questo senso sono abbastanza ottimista».Riguardo gli eventi? Dai mercatini di Natale allo sport allo stadio, si è già fatto un’idea?«Troppo presto per parlare di qualsiasi manifestazione che coinvolga anche del pubblico. Riguardo certa attività sportiva, credo potrà riprendere, ma senza la partecipazione delle masse di persone».

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