Una rete auto-generativa di villaggi per l’Africa centrale basata sull’ibrido di tecnologie di stampa 3D e artigianato locale e supportata dalle piattaforme digitali. Il progetto è stato presentato al Palazzo delle Nazioni Unite di New York dall’architetto comasco Joseph di Pasquale durante l’Infopoverty World Conference 2019 organizzato da Occam (Osservatorio delle comunicazioni digitali).
La proposta progettuale è stata selezionata per la fase finale del concorso Resilient Home Challange della World Bank. Fa parte della “Digital Architecture Revolution” ovvero un approccio al design, all’architettura e all’urbanistica che considera la rivoluzione digitale in corso come potenziale fattore chiave per bilanciare il “poverty global warning”, l’allarme globale sulla povertà.
«La concentrazione patologica della ricchezza – spiega l’architetto – che riduce drammaticamente la qualità della vita della maggior parte della popolazione mondiale anche nei paesi più sviluppati. La condivisione con gli utenti finali dei vantaggi e dei ricavi dell’applicazione di nuove tecnologie, come la digitalizzazione, la robotizzazione, la sensorizzazione e la tecnologia del grafene, è un obbligo morale e un dovere etico per ogni progettista nell’affrontare qualsiasi progetto di design, architettura e urbanistica ed è il cuore della “Digital Architecture Revolution”». Di recente, proprio su queste colonne, l’architetto aveva parlato anche di possibili sviluppi per la città di Como.
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