Categories: Cultura e spettacoli

“L’arte di strada è morta”, parola di Savethewall

“L’arte di strada è morta”. Parola di Pierpaolo Perretta, pittore comasco noto con il nome d’arte di Mr Savethewall per la sua attività di writer “gentile” che non imbratta i muri delle case ma usa specifici supporti. In occasione della mostra non autorizzatadell’artista e writer inglese Banksy “A Visual Protest. The Art of Banksy”, in corso al museo MUDEC di Milano, l’artista comasco ha riaperto il dibattito sul mercato dell’arte e sul rapporto fra arte e spazio urbano.

“A seguito dell’iniziativa del MUDEC a esprimere una propria “Visual Protest” all’interno di manifesti pubblicitari bollati “free art space” e lasciati liberi per l’interpretazione degli artisti, Mr. Savethewall, definito dalla critica il “Banksy” italiano, interviene con un personale messaggio di disturbo e di riflessione nei confronti di quello che è oggi il destino riservato alla Street Art. La tecnica utilizzata dall’artista è quella per lui consueta dello stencil su carta (Blueback dei manifesti) o su cartone, che si ricollega alla filosofia da cui nasce lo pseudonimo Mr. Savethewall: egli infatti non dipinge sui muri in maniera illegale ma li rispetta e li “salva” operando con lo stencil su materiali di derivazione urbana e di largo consumo come cartone, carta da pacchi, legno, metallo, e fissando le sue opere in maniera precaria con del nastro adesivo giallo”. Questo è quanto si legge in un comunicato stampa ufficiale dell’artista appena diffuso. Sulla questione Mr. Savethewall esprime la sua posizione con un vero e proprio Manifesto: “La Street Art nasce in strada e in strada si esprime secondo la propria ragione d’essere. Oggi la Street Art è matura e, se non morta, sicuramente diversa dall’origine. Il luogo più autentico per la sua valorizzazione è la strada, il vero museo a cielo aperto.Street Art without Street is ‘just’ Art. Entrando nei musei cambiano le regole del gioco, le nuove regole sono quelle del sistema (dell’Arte, appunto)”. La Street Art per l’artista comasco dovrebbe essere donata liberamente al pubblico anziché finire incorniciata sotto pannelli di plexiglas ed essere fruita a pagamento. L’opera di Street Art infatti, una volta staccata dai muri e decontestualizzata nelle sale asettiche di un museo, perde il legame con il luogo originario in cui era stata concepita e si svuota del suo carattere irriverente di denuncia e provocazione, per diventare qualcosa di diverso.

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