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Lavarello a rischio estinzione, Como e Lecco unite per il lago

Seduti a un tavolo vista lago ecco arrivare un piatto con un prelibato lavarello burro e salvia. Sicuri che sia un pesce pescato nelle acque del Lago di Como? La possibilità che provenga dall’estero è infatti sempre più alta. Anno dopo anno. E l’allarme lavarello, lanciato dai pescatori professionisti e non, è risuonato ancora più forte in queste ultime ore. Tanto che in Regione Lombardia è nata la Consulta del bacino del Lago di Como – che unisce sia la sponda lecchese che quella comasca – per capire come salvare il lavarello ma anche le altre specie in via d’estinzione. Primo passo ufficiale, come detto, la riunione al Pirellone di lunedì voluta dalla sezione lecchese della Federazione Italiana pesca sportiva e attività subacquee in collaborazione con il gruppo Pescatori di Como Alpha. Intorno al tavolo il sottosegretario della Lega Fabrizio Turba e l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi. A spiegare i dettagli Claudio Casartelli, presidente di Confesercenti Como, tra le associazioni coinvolte. «La situazione è preoccupante. I numeri parlano chiaro. Il lavarello ha subito un calo di oltre il 60% in base agli ultimi dati. Questo si ripercuote oltre che sugli aspetti gravissimi legati al mutamento di un intero ecosistema, anche sull’economia», dice Casartelli. Perché in un territorio turistico come quello del Lario, uno dei punti d’attrazione è rappresentato anche dalla gastronomia e dalle specialità locali.«Il lavarello è da sempre uno dei pesci principe della ristorazione del lago. Ma non se ne trovano più. E dove ci si approvvigiona? Il rischio, anzi la realtà che si radicherà ancor più di quanto già non avvenga, è che si acquisteranno lavarelli provenienti da altri laghi o addirittura dall’estero, come già accade per il persico che arriva da fuori Europa», aggiunge Casartelli. Un problema delicato che la nascente Consulta dovrà affrontare, unificando le competenze sia della sponda comasca che lecchese. Prossimo appuntamento è fissato in agenda per il 27 novembre, quando tutti i soggetti interessati si ritroveranno al Pirellino per proseguire il discorso. Primo passo un’analisi approfondita – della durata di un anno – dell’ecosistema lago. Un lavoro che verrà assegnato tramite bando. Un punto di partenza decisivo che potrà contare anche su documenti e ricerche già realizzate come le rilevazioni provenienti dall’idrobiologo responsabile dell’incubatoio di Fiumelatte, centro di eccellenza nella piscicoltura, Alberto Negri.«Si tratta di un passaggio molto importante quello della realizzazione di una Consulta di bacino perchè così insieme si potranno affrontare diversi problemi», spiega Fabrizio Turba che interviene anche sulla regolazione delle acque da parte del Consorzio dell’Adda.«Noi avevamo designato una persona di Lecco per la carica di presidente ma poi, caduto il Governo gialloverde, tutto si è bloccato e ora attendiamo una decisione. La speranza è che comunque si cerchi una persona del territorio», chiude Turba.

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