«Fantascienza». Ettore Maroni, portavoce dei pendolari comaschi, liquida così con una battuta ironica l’idea, tutta svizzera, di considerare orario di lavoro il tragitto casa – ufficio. Pensare di poter andare in stazione, timbrare il biglietto e iniziare a sbrigare le mansioni lavorative a bordo del treno, argomento ora in discussione – con tutte le condizioni del caso – a Berna, non può che far sorridere chi sempre più spesso deve “combattere” a spallate con gli altri viaggiatori in treni dai vagoni super affollati che non si sa quando partono e soprattutto quando arrivano a destinazione. «Mi sembra un’idea difficile da gestire, quantificare e regolamentare da noi – dice Maroni – proprio perchè le condizioni di viaggio molto spesso non consentono neanche di poterci sedere. Senza contare i ritardi continui».
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