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«Le regole antiriciclaggio sono molto severe. I soldi portati illegalmente difficili da piazzare»

L’intervista alla presidente dei fiduciari ticinesi«Mi hanno riferito di alcuni articoli di giornale negli ultimi giorni in cui si parla diffusamente della fuga di capitali verso la Svizzera. Non ho avuto modo di leggerli, ma so che la stampa insiste nel descrivere il transito di cifre enormi, addirittura miliardi di euro. Ho l’impressione che si tratti dei soliti pezzi volti a mettere in cattiva luce il nostro Paese e la piazza finanziaria ticinese».Cristina Maderni è la presidente della Federazione dei fiduciari del Canton Ticino e guida

per il biennio 2011-2012 anche l’Ordine dei commercialisti del Cantone di lingua italiana (Occt). Ieri era al lavoro nel suo studio di Lugano, da dove ha difeso il suo lavoro e la categoria che rappresenta.«Con le nuove regole è legalmente possibile trasferire il proprio domicilio all’estero così come i conti correnti. Non si può negare che vi siano molti italiani interessati a questa operazione». Niente numeri, com’è nella tradizione della riservatezza elvetica. Ma indicazioni che, genericamente, fanno capire come il fenomeno della fuga di capitali verso la piazza svizzera sia molto concreto.«C’è sfiducia tra i risparmiatori italiani», dice ancora Maderni. Cosa che spinge a cercare «rifugio» oltrefrontiera.Da qui ad ammettere che gli spalloni siano tornati in azione alla grande, però, ce ne corre. «Sì, ho sentito anch’io di questo presunto contrabbando di valuta. Ma vorrei smitizzare. Le norme bancarie svizzere e le misure antiriciclaggio sono molto severe. Per aprire un conto, come dite voi, bisogna certificare la provenienza del denaro. Non vedo come questi soldi esportati illegalmente possano essere accettati dalle banche o dalle fiduciarie». Certo, aggiunge Cristina Maderni, «questa è la regola generale. Se poi qualcuno agisce diversamente, se ne assume la responsabilità. Non posso giurare che non accada», ammette la presidente dei fiduciari ticinesi. Come dire: le mele marce sono dappertutto.Sta di fatto che nel Cantone di lingua italiana l’albo dei fiduciari (istituito ormai oltre 25 anni fa per legge e consultabile on line sul sito istituzionale del governo di Bellinzona) conta circa 1.300 iscritti. Un vero e proprio esercito di operatori finanziari e immobiliari la cui clientela è in gran parte insediata dall’altra parte del confine.

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