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Le succursali del Como, quando il vivaio azzurro era fra i migliori d’Italia

Amarcord.  La Reggiana, prossimo avversario, è uno dei club dove venivano mandate in prestito le promesse del vivaioLa Reggiana come team satellite del Como. Ora le due squadre militano nello stesso torneo e si incontrano domenica prossima. Ma c’è stato un periodo, nei gloriosi anni della serie A negli anni ’80, in cui gli azzurri mettevano in difficoltà le grandi, avevano uno dei migliori vivai del nostro Paese e mandavo in prestito i giovani promettenti a “farsi le ossa” in squadre di categorie inferiori.

oi negli anni la situazione è cambiata e lo stesso Como ha intrapreso una buona collaborazione con altri club ed è a sua volta diventato un club “satellite”.Ma la vicina gara con la Reggiana fa pensare ai bei tempi in cui il Como era un riferimento sul fronte del vivaio e l’amarcord ci può scappare. Due grandi giocatori azzurri furono spediti, agli inizi della loro carriera, in Emilia. Gianfranco Matteoli vestì la casacca granata tra il 1980 e il 1982, Giovanni Invernizzi tra il 1982 e il 1984, con la Reggiana che giocava tra serie B e C1. Matteoli sarebbe poi arrivato fino alla Nazionale. Invernizzi è stato tra i protagonisti dello scudetto della Sampdoria nel 1991.

E verso altre formazioni emiliane sono stati dirottati parecchi giocatori e forse non è un caso. Sufficientemente distanti da casa per, appunto, “farsi le ossa”, ma sufficientemente vicini per essere controllati dallo staff tecnico del Como dell’epoca.Un viaggio verso Ferrara, destinazione Spal, lo fecero il libero Giacomo Gattuso e l’attaccante Massimo Cicconi nel campionato 1987-1988. Il primo si fermò per tutta la stagione, Cicconi in autunno passò al Pergocrema, dove c’era un altro lariano, il difensore Paolo Annoni.Un’altra società emiliana con cui era stata instaurata una proficua collaborazione fu la Centese, che ora milita in Eccellenza, ma che all’epoca era una tosta formazione di serie C. Il già citato terzino Paolo Annoni (evidentemente gli serviva un ulteriore campionato lontano da Como) e il centrocampista Francesco Pedone ci giocarono nel torneo 1988-1989, prima di tornare alla casa madre, sul Lario, da dove poi la loro carriera ha spiccato il volo.In quella stagione il Como era ancora in serie A, anche se alla fine retrocesse. E con la maglia azzurra, con alterne fortune, c’erano l’attaccante Marco Simone e il centrocampista Oreste Didonè.Entrambi, l’anno prima, avevano fatto le fortune della Virescit, la formazione del quartiere Boccaleone di Bergamo. Poi in serie A Simone si confermò bomber di razza e l’anno dopo fu ceduto al Milan. Didonè, invece, trovò molte difficoltà e ha proseguito la sua carriera tra serie B e C. Ora lavora proprio nel settore giovanile del Como.Tra le collaborazioni più consolidate ci fu quella con la Sambenedettese, club marchigiano che ora milita in Eccellenza, ma che vanta importanti trascorsi in B.E proprio nel campionato cadetto del 1985 furono mandati due elementi molto promettenti del vivaio azzurro, il difensore Stefano Maccoppi e l’attaccante Stefano Borgonovo. Entrambi erano stati nel giro della prima squadra, ma si capiva che avevano bisogno di una esperienza formativa. Ora – e ci mancherebbe – il compianto “Borgo” è uno dei giocatori più amati nella storia del Como. Ma ai suoi esordi, prima di andare alla Samb, qualche fischio se lo era beccato.Nel suo anno nelle Marche Stefano segnò 13 gol in 33 partite: per lui fu una esperienza decisiva. E anche Stefano Maccoppi non deluse: i due sono poi diventati un pilastro degli azzurri.E dalla Sambenedettese sono passati anche il portiere Simone Braglia (nel torneo 1985-1986), Enrico Annoni (tra il 1985 e il 1987) e Marco Sinigaglia (nel campionato 1987-1988.Senza andare troppo lontano dal Lario, si segnala la collaborazione con il Legnano, dove furono spediti i centrocampisti Valerio Mazzucato (1988-1989) e Achille Mazzoleni (1990-1991).Curiosa, poi, la vicenda del prestito di quattro giocatori del vivaio all’Ospitaletto. Era il torneo 1986-1987: da Orsenigo furono mandati alla squadra bresciana di C2 il portiere Nello Cusin, il centrocampista Fabio Viviani e i difensori Marco Antonio De Marchi e Marco Monza.Quella squadra, allenata da Gigi Maifredi, conquistò la promozione e diventò famosa per il suo “calcio-champagne”. Il presidente era Luigi Corioni, che all’epoca era proprietario del Bologna, che di fatto spostò buona parte dell’organico al club emiliano, che era in B, Maifredi compreso. Alla fine trovò l’accordo con il Como per il rientro di Viviani (che poi ha giocato anche con il Milan), mentre gli altri tre hanno fatto strade differenti.

Massimo Moscardi

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