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Lega Pro, bozza di accordo con calciatori e allenatori

«Il momento è drammatico. Molte società sono a rischio e va trovato un compromesso sia per tutelare i club, sia i giocatori, soprattutto i ragazzi che sono al minimo di stipendio, visto che si parla di 26mila euro lordi. Nella nostra categoria sono in molti». Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, aveva affrontato la questione lo scorso fine settimana in collegamento telefonico con il programma di Espansione Tv “La domenica del barbiere”. E in questo senso un passo importante è stato fatto.La Lega Pro ha infatti raggiunto un accordo con le associazioni di calciatori e allenatori soprattutto per quanto riguarda giocatori e tecnici con gli stipendi più bassi.«Le parti si sono concentrate nell’analizzare la situazione dei tesserati che percepiscono un reddito inferiore ai 50mila euro annui ed hanno assunto il comune impegno, valutata la specificità della serie C, di tutelare in particolar modo tali fasce di tesserati che la crisi ha colpito maggiormente, consci della sensibilità che per tale situazione hanno anche la Federazione e le altre componenti del sistema» spiega il comunicato diffuso dalla Lega Pro.Nella sostanza «è stato convenuto di lanciare un accorato appello al Governo ed al Parlamento affinchè si riesca in tempi rapidi ad intervenire in due direzioni: da un lato attraverso la concessione dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali anche per i tesserati sotto i 50mila euro di reddito annuo, strumento assolutamente necessario ed indifferibile in questo momento, e dall’altro attraverso l’introduzione di strumenti ad hoc che consentano ai club di sopperire alla carenza di liquidità e ai danni cagionati dal Coronavirus».«La tragedia che il maledetto virus ci sta provocando doveva e deve essere affrontata insieme, per questo l’unita con l’Aic e l’Aiac è un fatto di straordinario valore – ha commentato il presidente Ghirelli – È stata interrotta una deriva che rischiava di far apparire il calcio incapace di trovarsi unito anche quando la casa crolla inesorabilmente. Il tavolo di coordinamento resta in piedi, è come se avessimo dato vita ad un comitato di crisi. Oggi, siamo, tutti, un po’ più credibili e i grandi sacrifici possiamo soffrirli, ma con la consapevolezza di provarci insieme».

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