Le reazioni dell’esponente del Carroccio«Deve essere una soluzione tampone, la struttura di Prestino è nata come dormitorio»Non fu quello l’unico motivo. Ma la riqualificazione del centro immigrati di Prestino – dove sono stati trasferiti i profughi che prima stavano a Tavernola – fu senza dubbio una delle ragioni che portarono Diego Peverelli a dimettersi, nel novembre del 2004, insieme con l’altro assessore leghista in giunta, Emanuele Lionetti. Oggi Lionetti non è più leghista. Peverelli, invece, resta di fede padana ortodossa, ma non è più in giunta (si è dimesso in giugno).Ora è in consiglio provinciale
. A distanza di sette anni, l’ex assessore al Verde rilancia la sua battaglia “contro” il centro di accoglienza di Prestino. O, almeno, contro il fatto che diventi un centro di accoglienza permanente.«La riqualificazione del centro di Prestino – ricorda Peverelli – ci venne prospettata in giunta come un intervento ordinario, quando in realtà costava circa 1 milione di euro. Ero contrario allora, sono contrario adesso. Il centro di Tavernola senza dubbio ha bisogno di essere ristrutturato, perché in qualche posto gli immigrati devono pur stare. Quindi, se Prestino è una soluzione tampone e temporanea, posso pure accettarla».«Ma se diventa definitiva, mi pare una scelta demenziale: Prestino è nata come dormitorio, come ricovero di clochard e senzatetto. Non come centro di accoglienza. Sono convinto – dice Diego Peverelli – che se lo usiamo come centro d’accoglienza, nel giro di un anno il Comune dovrà spendere 100mila euro per sistemarlo. La Regione finanziò la riqualificazione di Prestino per usare la struttura come dormitorio, non come centro d’accoglienza – ribadisce l’ex-assessore – quindi, secondo me, l’attuale utilizzo dell’edificio non è corretto. Demenziale, direi» aggiunge.«Ora son fuori dalla giunta, quindi parlo da semplice cittadino. Ma sono convinto che se la Lega Nord avesse in consiglio e in giunta il peso politico di cinque anni fa, questo passaggio (da Tavernola a Prestino, ndr) non sarebbe mai andato in porto. E sono convinto, lo ripeto, che se continueremo a utilizzare Prestino come centro di accoglienza, tra pochi mesi i comaschi dovranno metter mano al portafoglio per nuovi lavori di manutenzione. Questo non lo dice nessuno – sbotta Peverelli – ma è la verità».
Andrea Bambace
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