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Licenza di sparare anche di notte contro l’invasione dei cinghiali

Valle Intelvi – Alla ricerca del cibo gli ungulati devastano prati, giardini, pascoli e campiAutorizzazione della Provincia per 130 cacciatori selezionatiLicenza di uccidere, anche di notte, per contrastare l’invasione dei cinghiali in Valle Intelvi: la Provincia di Como ha firmato un provvedimento che permette ai cacciatori di imbracciare il fucile oltre il tramonto. Una misura ad hoc, per contrastare l’avanzata dei cinghiali che, in Valle Intelvi, secondo residenti e contadini, è ormai inarrestabile. E rappresenta una vera e propria emergenza.Quando, durante la sera, gli ungulati escono dai boschi per cercare cibo, devastano i prati scavandonumerose buche nel terreno e sfondano le recinzioni dei giardini avvicinandosi alle abitazioni, oltre a divorare i raccolti dei campi. A Casasco d’Intelvi, i cinghiali hanno addirittura messo sottosopra il campo da calcio dove i bambini e i ragazzi della zona giocano a pallone.I sindaci della valle, in particolare Ettore Puricelli di Casasco e Angelo Caprani di San Fedele, chiedono che i cacciatori abbiano maggiori possibilità di intervento per arrestare l’invasione dei cinghiali. «Quando avremo il consuntivo completo dei danni per il 2012, il problema sarà evidente in tutta la sua drammaticità», aggiunge Fortunato Trezzi, presidente della Coldiretti di Como e Lecco.«Quest’anno le segnalazioni di danni sono aumentate in Valle Intelvi – conferma Marco Testa, dirigente provinciale del settore Caccia – Per contro, sono diminuite in Altolago e nel Triangolo Lariano. Proprio per gestire questo fenomeno, nei giorni scorsi ho firmato un provvedimento che autorizza i cacciatori selezionati – sono 130 in Valle Intelvi – a cacciare anche oltre il tramonto. Se di giorno non hanno preso alcun cinghiale, informando il servizio Caccia con un sms possono continuare la battuta anche di sera».I cinghiali, infatti, lasciano i loro rifugi soprattutto di notte e, in teoria, le battute di caccia sono permesse soltanto durante il giorno: perciò la Provincia è intervenuta.«Un altro metodo – conclude Testa – è la cosiddetta “governa”: un punto di alimentazione controllato che attira gli animali, allontanandoli dai centri abitati e dai campi, e facilita l’attività di controllo della loro diffusione».Coldiretti precisa che «sotto l’attacco degli ungulati sono i prati e i pascoli, in particolare in Valle Intelvi e nell’area dell’intero Triangolo Lariano, in Valsolda, in Val Menaggio, Val Rezzo, Val Cavargna e, più in generale, nell’intera zona dell’Alto Lago».E per quanto riguarda la stima dei danni, il presidente dell’associazione degli agricoltori, Fortunato Trezzi, ricorda appunto che «il problema sarà evidente soltanto quando avremo il consuntivo completo dei danni per l’anno in corso».A giudizio della Coldiretti, infatti, «è oggettivo l’aumento di segnalazioni di danni nella fascia prealpina e non solo, così come la forte crescita dell’entità economica delle devastazioni rispetto al 2011».«Ribadiamo – afferma Francesco Renzoni, direttore di Coldiretti – che le valutazioni sull’emergenza cinghiali non devono basarsi sugli importi dei risarcimenti stimati attraverso le perizie perché il danno reale è molto più alto. I rimborsi sono dovuti, ma non risolvono il problema: spesso, infatti, ci si dimentica del diritto naturale degli imprenditori agricoli a “raccogliere il frutto del proprio lavoro” e, cosa non secondaria, del fatto che il fieno in parte rovinato può essere impiegato solo come lettiera per il bestiame e non per l’alimentazione dei bovini, essendo irrimediabilmente mischiato alla terra rivoltata dagli ungulati, senza dimenticare che il ripristino del manto erboso devastato dagli animali richiede lavoro, spese e tempi lunghi».Ieri mattina Trezzi e Renzoni hanno inviato una lettera al commissario della Provincia di Como, Leonardo Carioni, per chiedere «un incontro urgente che stabilisca le tappe concrete per risolvere il problema».

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