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Linea Como-Lecco, in Regione confronto con la Svizzera

L’auto rimane il mezzo più utilizzato – lo confermano le recenti statistiche del dipartimento del Territorio di Bellinzona – per andare a lavorare oltre confine. Ma, per la provincia di Como, un’importanza strategica potrebbe rivestirla la linea ferroviaria Como- Lecco. E in Regione se ne è parlato negli ultimi giorni anche con gli svizzeri. Necessario ovviamente un potenziamento dell’infrastruttura. «Ciò consentirebbe di avere un collegamento su rotaia capace di portare sempre più lavoratori oltre confine. Fondamentale l’elettrificazione della linea, di cui si sta discutendo», spiega il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Raffaele Erba, da sempre impegnato sui temi del trasporto.Particolare interessante è che di questa linea ferroviaria in Regione, oltre che a livello territoriale, se ne è appunto discusso con una delegazione svizzera del Gran consiglio del Canton Ticino, invitata a partecipare alla Commissione speciale rapporti tra Lombardia, Istituzioni europee, Confederazione Svizzera e Province autonome. E all’ordine del giorno proprio le questioni più delicate sul fronte della mobilità a cavallo del confine. «Con l’elettrificazione si potrà realizzare una sorta di corridoio con partenza da Malpensa e la possibilità di procedere sulla Arcisate-Stabio per arrivare a Como e da qui andare a Lecco passando da Cantù ed Erba – spiega il consigliere regionale – e ovviamente viceversa per chi parte da Lecco. I treni Tilo potranno dunque muoversi anche su queste direttrici, andando a intercettare sicuramente molti utenti che oggi usano l’auto». Un’opportunità giudicata interessante dai delegati ticinesi. Il dialogo con gli svizzeri è dunque aperto anche su questo fronte e a breve «convocheremo ulteriori sedute della commissione dove approfondire il tema», spiega Erba.Nel frattempo, come annunciato anche nei giorni scorsi dal sottosegretario regionale della Lega Fabrizio Turba, è stato dato mandato a Rfi di realizzare uno studio di fattibilità per capire modi e costi di questa elettrificazione. «Entro massimo un paio di mesi il lavoro sarà completato – aggiunge Erba – E si potrà capire meglio come intervenire». Necessaria come detto l’elettrificazione della linea, visto che oggi i convogli si muovono a gasolio. Sarebbe un «miglioramento visto anche che, nel 2016, quando il Dipartimento del territorio del Canton Ticino eseguì un sondaggio su un campione elevato di frontalieri, oltre il 60% degli intervistati si disse interessato a usare, qualora ci fosse un collegamento efficiente, a partire da quello su rotaia, un mezzo diverso dall’auto», chiude Erba.

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