(ANSA) – ROMA, 19 OTT – “Noi facciamo attività sportiva non specialistica per bambini e curiamo un progetto per minori con disturbi dello spettro autistico, oltre a gestire discipline di squadra come calcio, pallavolo e basket, per ragazzi fino ai 18 anni. Un blocco dell’attività sarebbe un grave danno, specialmente per i più piccoli che nello sport trovano un importante momento di socialità. Per molti, sarebbe il vuoto”. E’ la testimonianza di un’allenatrice di una associazione sportiva dilettantistica di Siena, la Primo Salto, che come altre migliaia di realtà simili affronta un momento di forte ansia dopo il Dpcm di ieri. “C’è tanta preoccupazione per la possibile chiusura – afferma Anastasia Pisani, al telefono con l’ANSA -, ma soprattutto c’è bisogno di chiarezza”. “Rispetto all’anno scorso abbiamo avuto un deciso calo degli iscritti – spiega l’istruttrice -. In parte è dovuto alle scelte delle famiglie, in parte per la riduzione degli spazi per il venir meno delle palestre scolastiche. Oltre al danno economico, che è ingente, e si aggiunge ai maggiori costi per rispettare il protocollo – prosegue Pisani -, c’è una forte ricaduta sulla vita dei più giovani, che nello sport hanno spesso l’unico sfogo al di fuori della scuola”. (ANSA).
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