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L’Italia è in recessione e anche Como è quasi ferma

Verga: «Avanti adagio». Anzani: «Iva agevolata pure per i mobili della prima casa»Ma quale ripresa e ripresa, l’Italia non si muove, anzi arretra. Dopo il calo dello 0,1% nel primo trimestre dell’anno, il prodotto interno lordo (Pil) è sceso dello 0,2% tra aprile e giugno. Su base annua, la recessione è dello 0,3%. È impietosa la fotografia dell’Istat che ha registrato una diminuzione in tutti e tre i grandi comparti economici: agricoltura, industria e servizi. La produzione industriale in realtà è ripartita a giugno, dopo due mesi di forte stallo, ma non è bastato questo a spostare l’ago della bilancia. La Borsa ha subito reagito negativamente ai risultati dell’economia italiana. E da Como, Francesco Verga, presidente di Unindustria, non si sottrae a un commento che lascia spiragli di luce.

«Sono convinto che se l’Istat analizzasse i dati dell’economia comasca vi sarebbero risultati migliori – dice il presidente Verga – Qui andiamo avanti adagio, anche se dall’esterno tutto potrebbe sembrare quasi fermo».Preoccupano però il numero uno di via Raimondi le difficoltà di reazione del Sistema Italia.«Ci sono Paesi che erano in condizioni peggiori rispetto alle nostre, come la Spagna e l’Irlanda e che ora sono ripartiti alla grande. Il nostro problema è che non riusciamo a fare decollare il mercato interno».Verga analizza poi alcuni dati sull’occupazione.«Se guardiamo i dati sulla cassa integrazione ordinaria – dice Verga – vi è stata una contrazione di circa il 50%, un buon segnale. Vedo che perlomeno il tessile sta lavorando più dello scorso anno. Vanno bene le realtà che hanno puntato in modo deciso verso l’estero o che hanno clienti in grado di esportare. A Como penso proprio che ci sia stato un leggero aumento del Pil».La stagnazione del mercato interno pesa invece su tante altre realtà.«È vero. Per contro è aumentata infatti la cassa in deroga. Si tratta spesso di aziende che non riescono a ripartire, un’anticamera verso tagli e chiusure», conclude Verga.Chiede interventi immediati al governo Renzi Giovanni Anzani, presidente di Assarredo e chief executive officer del gruppo Poliform-Varenna. «Il bonus mobili ha dato una ventata d’ossigeno al settore – spiega Anzani – La gente è tornata a entrare nei negozi e nelle esposizioni. Credo si sia trattato anche di un sostegno psicologico importante, pensare di poter detrarre parte dei costi dell’acquisto serve, così come avviene per le ristrutturazioni».E cosa potrebbe aiutare il settore oggi? «Noi chiediamo che venga applicata l’Iva agevolata su alcuni mobili delle prime case. La cucina, l’arredo bagno e altri armadi fissi devono essere parte dell’appartamento. L’arredo – spiega Anzani – incide sul costo di una casa e ne è parte integrante, il mutuo dovrebbe comprendere entrambe le cose. Rimborsare una cucina in vent’anni e con l’Iva agevolata non è la stessa cosa di oggi. Anche perché in Svizzera e in tutti i Paesi di cultura anglosassone le case nuove si vendono con dentro la cucina, dagli Stati Uniti, al Canada, a Hong Kong. Anche in Francia sta partendo l’Iva agevolata. C’è poco da inventare, basta vedere come si comportano i Paesi che vanno meglio di noi».Anzani si dice preoccupato anche per la crisi tra Russia e Ucraina.«Per il mobile classico si tratta di piazze importantissime – spiega il presidente di Assarredo – Anche perché il mercato interno è praticamente sparito. È inutile continuare a parlare di ripresa se poi gli imprenditori vengono ammazzati di tasse. I dati dell’Istat non mi stupiscono affatto. Si tratta di situazioni che sentiamo ogni giorno sulla nostra pelle».

Paolo Annoni

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